Commento al Vangelo del 9 Settembre 2022 – Lc 6,39-42

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Il Vangelo di Luca di oggi è un invito potente che Gesù ci fa a guardare noi stessi, ad osservare il nostro atteggiamento verso gli altri, a guardare tutto quello che abbiamo dentro, che sia bene o che sia male. E questo invito, mentre nel primo caso è rivolto a un cieco, nel secondo è diretto verso di noi: “Fratello…”.

Noi siamo ciechi e non sappiamo riconoscere le nostre cecità. Non guardiamo in noi stessi, perché non vogliamo vedere i mostri (le travi) che abbiamo dentro. Ecco che quindi spesso ci concentriamo su ciò che abbiamo fuori, su chi è davanti a noi, di cui siamo in grado di riconoscere anche la più piccola pagliuzza. E criticando il male altrui continuiamo a non vedere ciò che abbiamo dentro: così continueremo sempre ad essere degli ipocriti.

Come fare allora? Gesù ce lo insegna chiaramente nei versetti precedenti a questo brano (Lc 7–36): “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. L’unica via della salvezza è la via della misericordia perché è l’unica via che ci fa diventare ciò che siamo: figli di Dio Padre. La misericordia è l’unica medicina che impedisce la stoltezza e la presunzione di criticare gli altri. Guardare la propria trave, criticare il proprio male, significa riconoscere il nostro bisogno estremo di misericordia.

Solo la misericordia del Padre ci può salvare perché unica può volgere in bene il male. La misericordia salva tutto dal male: tramite lei Dio creatore ricrea tutto di nuovo. Non una volta per tutte, ma ogni giorno compie tale azione rigenerante e miracolosa proprio perché misericordiosa.

Per riflettere…


Aprirsi alla misericordia significa anche avere il coraggio di guardarci a fondo, di vedere la trave che è dentro di noi, prima che della pagliuzza negli occhi dei nostri fratelli.

Dal Vangelo secondo Luca 6,39-42

Può forse un cieco guidare un altro cieco?
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Parola del Signore.

Fonte del commento al Vangelo: Il canale Telegram Ascolta e Medita – diocesi di Pisa