In questo capitolo del Vangelo di Luca sembra che Gesù ci stia dando addosso, non faccia altro che dirci quanto siamo “cattivi” o quanto stiamo sbagliando.
Sbagliano tutti: i farisei, i Dottori della Legge, un’intera generazione malvagia… Oh ma insomma, non ne facciamo mai una giusta?
Non corriamo troppo. “Guai a voi” ci riporta sull’attenti, è come quando la mamma riprende un bambino che fa una marachella più grande del solito – un richiamo per il suo bene. “Guai a voi” quasi ci spaventa per il tono brusco, specie se è ripetuto così tante volte nel Vangelo di oggi e degli ultimi giorni, come se Gesù avesse sempre da rimproverarci e per di più rimprovera noi che cerchiamo di fare tutto per bene secondo la Legge (ma la Sua o la nostra?), proprio come farisei e dottori.
Eppure dietro questo richiamo apparentemente brusco si cela tutta l’urgenza del messaggio di Cristo, tutta la necessità di farci capire che dobbiamo scrollarci di dosso questa vecchia mentalità e aprire gli occhi alla Buona Novella. Un’urgenza tale che richiede l’uso di immagini forti, che possano permetterci di fermare un attimo l’autopilota che porta avanti la nostra vita e riconsiderare cosa facciamo, per chi viviamo.
Certo, all’inizio saremo risentiti, proprio come scribi e farisei, ma, se sostiamo qualche secondo, ci rendiamo conto che è solo il primo passo per non rischiare di perdere la “chiave della conoscenza”.
Commento al brano del Vangelo di Luca 11, 47-54