È iconica la scena di una recente serie sulla vita di Gesù, tanto quanto il quadro di Caravaggio: Gesù passa davanti un esattore delle tasse, si ferma, lo guarda, gli sorride e lo chiama: “seguimi”. Al che Matteo si guarda intorno e poi si indica col dito, quasi a chiedere “ma chi? Proprio io?”. Gesù gli sorride e lui senza pensarci si alza e lo segue. Sicuramente qualcuno avrà preso Matteo per pazzo. Era ricco, aveva un posto fisso e molla tutto. Qualcun’altro invece (i farisei per esempio) avrà preso per pazzo Gesù: si spaccia per maestro della Legge ma poi va in giro chiamando a sé gente poco raccomandabile. Ancora una volta ci sono scelte e azioni che escono fuori dai nostri schemi. Matteo, non te ne potevi stare comodo tra le tue sicurezze? E poi, che c’avrà mai visto Gesù in te?
Quante volte ci facciamo anche noi queste domande quando il Signore passa, ci guarda, sorride e ci chiede di fare un passo verso di lui? “Dai, non valgo niente, quello bravo è il mio amico, io non faccio che combinare danni… Ma sei sicuro che vuoi proprio me?”
Per fortuna Gesù è insistente, sembra quasi dirci “ma certo che voglio te. Ti conosco tutto, sei prezioso ai miei occhi. Conosco anche le tue sofferenze e i tuoi peccati. Ma il valore che ho posto in te li supera tutti. Vieni a sperimentare la mia misericordia e il mio amore.”
E allora, chiamati per nome, siamo disposti a lasciare tutto e andare con Lui?
Commento al brano del Vangelo di Matteo 9,9-13