Commento al Vangelo di oggi, 1 Giugno 2019 – Gv 16, 23b-28

C

Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.

S. Giustino, martire (memoria)

VI settimana di Pasqua – II settimana del salterio

Il tuo nome è Esperto, alleluia!

Alla vigilia della solennità dell’Ascensione la Parola di Dio apre     il nostro cuore al mistero dell’accoglienza. Mentre le porte del  cielo si spalancano per accogliere il ritorno mite e festoso del Verbo fatto carne nel seno del Padre, siamo invitati ad aprire sempre  più  ampiamente  e  generosamente  le  porte  del  nostro cuore  all’accoglienza  di  tutti  e  di  ciascuno.

Nella  prima  lettura gli  Atti  degli  apostoli  ci  mostrano  Priscilla  e  Aquila  preoccupati di  integrare  nel  modo  più  profondo  e  promettente  possibile  il neo-discepolo  Apollo.  Di  questo  credente,  tanto  ardente  quando ancora  in  erba,  il  testo  ci  dà  una  descrizione  precisa:  «Nativo  di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture» (At 18,24). Sembra che la qualifica di «esperto» non sia sufficiente per essere un buon discepolo. Per questo proprio Priscilla e Aquila si prendono la  responsabilità,  dopo  averlo  ascoltato  predicare  brillantemente nella  sinagoga,  di  esporgli  «con  maggiore  accuratezza  la  via  di Dio» (18,26). L’evangelista Luca premette a questa nota catechetica una considerazione che non va assolutamente sottovalutata:

«Lo ascoltarono, poi lo presero con sé…».

Questo  particolare  ci  rivela  il  cuore  della  novità  della  vita  dei discepoli  di  Cristo  formati  alla  scuola  del  suo  vangelo  non  come insieme  di  dottrina,  ma  come  stile  di  vita  capace  di  ripartire continuamente  e  in  modo  sempre  più  profondo  dall’accoglienza dell’altro.  La  comunità  dei  discepoli  è  chiamata  a  farsi  luogo privilegiato  di  relazioni  fraterne  in  cui  si  incarna  continuamente la  promessa  del  Signore  risorto:  «Il  Padre  stesso  infatti  vi  ama» (Gv 16,27).

Tutto il cammino che abbiamo percorso in queste settimane  che  ci  separano  dalla  Pasqua,  sembra  volerci  condurre  a questa radicale consapevolezza di essere infinitamente amati dal Padre che ha richiamato dalla morte il suo Figlio amato. Come discepoli del Crocifisso-Risorto non siamo chiamati a essere esperti semplicemente di quelle che chiamiamo le verità della fede. La sfida è di diventare, ciascuno a proprio modo, esperti di umanità  in cui la fede prende carne, volto, tono, colore.

Priscilla e Aquila, una coppia di sposi che oggi definiremmo «laici», ci ricordano i profumi della vita della prima comunità cristiana  in  cui  ciascuno  si  sente  responsabile  del  cammino  dell’altro facendosene  generosamente  carico.  La  modalità  con  cui  Priscilla e  Aquila  cercano  di  far  crescere  nella  fede  pasquale  il  fine  intellettuale che era Apollo ci rimanda al mistero della Chiesa.

Questi coniugi erano «fabbricanti di tende» (At 18,3) e non certo accademici, eppure sono esperti in quell’accoglienza amorosa degli altri che  rimanda  allo  stile  proprio  della  vita  evangelica.  L’amore  è  la chiave di ogni scienza teologica e spirituale, ed è dall’amore che bisogna  continuamente  ripartire  fino  a  rettificare  le  intuizioni  intellettuali per renderle carne e vita. Le parole conclusive del vangelo di quest’oggi ci riempiono non di nostalgia, ma di desiderio:

«Sono  uscito  dal  Padre  e  sono  venuto  nel  mondo;  ora  lascio  di nuovo  il  mondo  e  vado  al  Padre»  (Gv  16,28).  In  questo  viaggio, che  è  anche  il  nostro,  la  cosa  più  importante  è  di  crescere  in quell’amore  accogliente  da  cui  nasce  la  gioia  «piena»  (16,24)  di cui il Risorto è il grande «esperto».

Signore Risorto, non lasciare che ci lasciamo sedurre da vuoti intellettualismi e aiutaci ad accogliere ogni giorno il seme del Vangelo nella nostra vita come stile di fraterno ascolto e generosa accoglienza. Alleluia!

Leggi il Vangelo di oggi

Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16, 23b-28

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.
Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

C: Parola del Signore.

A: Lode a Te o Cristo.

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