Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Giustino, martire (memoria)
Indice
VI settimana di Pasqua – II settimana del salterio
Il tuo nome è Esperto, alleluia!
Alla vigilia della solennità dell’Ascensione la Parola di Dio apre il nostro cuore al mistero dell’accoglienza. Mentre le porte del cielo si spalancano per accogliere il ritorno mite e festoso del Verbo fatto carne nel seno del Padre, siamo invitati ad aprire sempre più ampiamente e generosamente le porte del nostro cuore all’accoglienza di tutti e di ciascuno.Nella prima lettura gli Atti degli apostoli ci mostrano Priscilla e Aquila preoccupati di integrare nel modo più profondo e promettente possibile il neo-discepolo Apollo. Di questo credente, tanto ardente quando ancora in erba, il testo ci dà una descrizione precisa: «Nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture» (At 18,24). Sembra che la qualifica di «esperto» non sia sufficiente per essere un buon discepolo. Per questo proprio Priscilla e Aquila si prendono la responsabilità, dopo averlo ascoltato predicare brillantemente nella sinagoga, di esporgli «con maggiore accuratezza la via di Dio» (18,26). L’evangelista Luca premette a questa nota catechetica una considerazione che non va assolutamente sottovalutata:
«Lo ascoltarono, poi lo presero con sé…».
Questo particolare ci rivela il cuore della novità della vita dei discepoli di Cristo formati alla scuola del suo vangelo non come insieme di dottrina, ma come stile di vita capace di ripartire continuamente e in modo sempre più profondo dall’accoglienza dell’altro. La comunità dei discepoli è chiamata a farsi luogo privilegiato di relazioni fraterne in cui si incarna continuamente la promessa del Signore risorto: «Il Padre stesso infatti vi ama» (Gv 16,27).
Tutto il cammino che abbiamo percorso in queste settimane che ci separano dalla Pasqua, sembra volerci condurre a questa radicale consapevolezza di essere infinitamente amati dal Padre che ha richiamato dalla morte il suo Figlio amato. Come discepoli del Crocifisso-Risorto non siamo chiamati a essere esperti semplicemente di quelle che chiamiamo le verità della fede. La sfida è di diventare, ciascuno a proprio modo, esperti di umanità in cui la fede prende carne, volto, tono, colore.
Priscilla e Aquila, una coppia di sposi che oggi definiremmo «laici», ci ricordano i profumi della vita della prima comunità cristiana in cui ciascuno si sente responsabile del cammino dell’altro facendosene generosamente carico. La modalità con cui Priscilla e Aquila cercano di far crescere nella fede pasquale il fine intellettuale che era Apollo ci rimanda al mistero della Chiesa.
Questi coniugi erano «fabbricanti di tende» (At 18,3) e non certo accademici, eppure sono esperti in quell’accoglienza amorosa degli altri che rimanda allo stile proprio della vita evangelica. L’amore è la chiave di ogni scienza teologica e spirituale, ed è dall’amore che bisogna continuamente ripartire fino a rettificare le intuizioni intellettuali per renderle carne e vita. Le parole conclusive del vangelo di quest’oggi ci riempiono non di nostalgia, ma di desiderio:
«Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre» (Gv 16,28). In questo viaggio, che è anche il nostro, la cosa più importante è di crescere in quell’amore accogliente da cui nasce la gioia «piena» (16,24) di cui il Risorto è il grande «esperto».
Signore Risorto, non lasciare che ci lasciamo sedurre da vuoti intellettualismi e aiutaci ad accogliere ogni giorno il seme del Vangelo nella nostra vita come stile di fraterno ascolto e generosa accoglienza. Alleluia!
Leggi il Vangelo di oggi
Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16, 23b-28In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.
Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.