Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
B.V. Maria Madre della Chiesa (memoria)
Indice
X settimana del tempo ordinario – II settimana del salterio
Il filo rosso
Per disposizione di papa Francesco la memoria della beata vergine Maria madre della Chiesa viene, a partire dall’anno scorso, celebrata all’indomani della solennità della Pentecoste. Questo titolo fu voluto da papa Paolo VI alla fine del concilio VaticanoII.1Nel tempo del ministero petrino come vescovo di Roma di papa Francesco, alcune decisioni riguardo alla liturgia sono assai significative. La memoria di san Giuseppe, sposo di Maria in tutte le preghiere eucaristiche; l’elevazione del grado della festa di santa Maria Maddalena con il titolo di «apostola degli apostoli»; il superamento della restrizione del rito della lavanda dei piedi che escludeva le donne; infine, questa memoria mariana all’indomani della Pentecoste. Se volessimo rintracciare il filo rosso di queste scelte liturgiche che esprimono e, al contempo, richiedono un incremento di intelligenza spirituale, potremmo dire che si tratta del filo scarlatto della tenerezza come motore della vita, e quindi anche di una sana spiritualità. Proprio la Madre di Dio, che spesso è stata – e purtroppo continua a essere – icona di una spiritualità disincarnata e angelicata, diventa il modello di una discepolanza del vangelo fatta di carne, di sangue, di vita… di amore concreto e ardente.
La prima lettura di questa memoria ci porta lontano e ci ricorda che la nostra umanità non è solo il frutto della creazione, ma anche il segno di una partecipazione della nostra umanità all’opera continua della creazione quale tappa ineludibile di ogni cammino di santità. All’aurora della storia, Eva viene acclamata «madre di tutti i viventi» (Gen 3,20).
Prima di richiedere per se stesso il titolo di padre o per il Creatore, Adamo riconosce meravigliosamente questo titolo alla donna con cui è chiamato, persino dopo aver sperimentato il dramma del peccato, a trasmettere il dono della vita. Dall’alto della croce, il nuovo Adamo, Cristo Signore, come testamento di tenerezza non fa altro che donare al discepolo amato una presenza che assicuri la continuità della relazione e dell’amore: «Ecco tua madre». La reazione del discepolo amato diventa il modello della vocazione della Chiesa: «l’accolse con sé» (Gv 19,27). Come ci ricordano gli Atti degli apostoli, il ruolo di Maria come quello di ogni madre è di tenere «insieme» gli apostoli con gli altri discepoli e discepole (cf. At 1,14) per creare uno spazio di vita aperto a tutti e in cui tutti sono benvenuti e benvoluti.
In un racconto, così si commenta l’icona dell’annunciazione del Signore, in cui è chiaramente visibile il filo tessuto dalle mani operose di Maria: «“Secondo voi, perché Maria ha un gomitolo in mano?”. Dopo un po’ di silenzio, aveva risposto il monaco: “Il gomitolo fa vedere che questa donna, questa santa donna, la Vergine, sta tessendo la carne del Verbo di Dio, a quel Verbo che fu sin dal principio e per mezzo del quale tutto è stato creato”».
2 Venerando e invocando Maria come Madre della Chiesa, vogliamo continuare come lei e con lei a filare quel filo rosso con cui vogliamo tessere ogni giorno la tunica di un’umanità sempre più tenera e pacificata, per la gioia di tutti gli uomini e le donne che attendono la loro consolazione anche attraverso di noi.
Signore Gesù, dall’alto della croce ci hai donato Maria come madre, perché non dimentichiamo mai che tu sei la nostra unica vera Madre che ci rigenera ogni giorno alla vita vera. Donaci di essere figli e di imparare ogni giorno a essere fratelli.
1Paolo VI, a conclusione della terza sessione del concilio Vaticano II (21 novembre 1964).
2M. Y. ruPnik, I racconti di Boguljub. L’amore rimane, Lipa, Roma 2006, p. 17.
Leggi il Vangelo di oggi
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19, 25-34In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Parola del Signore