Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Barnaba apostolo (memoria)
Indice
X settimana del tempo ordinario – II settimana del salterio
Segni da riconoscere
«Il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7). Questo è l’annuncio fondamentale di Gesù all’inizio del suo ministero itinerante, questo deve rimanere l’annuncio degli apostoli che egli invia in missione, come pure è e rimane l’evangelo che la Chiesa, in ogni tempo, non si stanca di proclamare. Gesù, tuttavia, non si è accontentato di proferire parole. Il Regno si fa vicino in lui, nella sua persona, nei suoi gesti, nel suo stile di vita. Allo stesso modo, i discepoli non devono limitarsi a un annuncio verbale; devono rendere prossimo il Regno con i loro gesti di cura dei bisogni e di liberazione dal male: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni» (10,8).
Soprattutto, sembra dire loro Gesù, siate testimoni di gratuità: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (10,8). Il Regno, infatti, è anche questo, forse – potremmo giungere a dire – è soprattutto questo: epifania della gratuità di Dio, dono della sua grazia. Non è un bene che dobbiamo meritare o conquistare in qualche modo. Possiamo solo riceverlo come un dono e custodirlo come tale, senza sfigurarlo. Per questo, ciò che gratuitamente riceviamo deve essere altrettanto gratuitamente condiviso con altri. E poiché è la gratuità senza restrizioni a dover caratterizzare il dono, esso deve essere offerto a tutti. Non è possibile fare selezioni o porre limiti: non c’è qualcuno che lo meriti più o meno di altri. Se ci sono dei destinatari privilegiati, sono proprio i poveri, perché in essi maggiormente può manifestarsi la logica di una gratuità così radicale.
Anche per questo motivo i discepoli, inviati ad annunciare questa prossimità, devono farlo spogli di tutto, liberi da tutto. Non c’è nulla che possano possedere, perché tutto deve essere condiviso; non c’è nulla che appartenga loro, perché tutto devono ricevere, dalla grazia di Dio, certo, ma anche dalla generosità di coloro ai quali sono inviati, e da cui devono in qualche modo dipendere, rimanendo nelle loro case (cf. 10,11). Ad annunciare il Regno, non bastano le parole e neppure i gesti: è necessario un più globale e totalizzante stile di vita. Si può proclamare con credibilità la presenza del Regno di Dio soltanto mostrando come la sua prossimità abbia già profondamente trasformato la propria esistenza, in ciò che si dice, in ciò che si fa, in ciò che si possiede, in ciò a cui si rinuncia, in una parola: in ciò che si è.
C’è, però, un’ulteriore modalità nella quale il Regno va annunciato: ce lo ricorda l’apostolo Barnaba, di cui facciamo memoria ascoltando un illuminante brano degli Atti in cui Luca ci descrive la sua figura umana e spirituale, prima ancora che la sua azione. Scrive l’evangelista: «Quando questi [Barnaba] giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore» (At 11,23). Ad Antiochia sta accadendo qualcosa di nuovo, che la comunità di Gerusalemme, dalla quale Barnaba proviene, non ha ancora conosciuto: per la prima volta, in modo ordinario, Gesù viene evangelizzato anche ai greci, ai non circoncisi (cf. 11,20).
Allora la Chiesa madre di Gerusalemme invia Barnaba per verificare cosa stia accadendo in questa giovane comunità, di recente fondazione. Barnaba giunge e vede: riconosce che in quanto accade operano non gli uomini, in modo autonomo, ma attraverso di loro è la mano stessa del Signore ad agire (cf. 11,21). Vede, in altre parole, i segni della prossimità del Regno, che sta maturando dentro le vicende umane.
Per annunciare il Regno di Dio occorre diventare capaci di riconoscere e rendere visibili anche agli altri i segni della sua prossimità, che gratuitamente precedono ogni nostra azione, ogni nostra decisione. Gesù invia anche noi, come i discepoli storici, a proclamare l’evangelo del Regno. E noi dobbiamo andare, parlare, testimoniare, compiere gesti di cura e di liberazione, ma sempre con questa consapevolezza: il Regno ci precede. A noi spetta riconoscerne e mostrarne i segni.
Padre, abbiamo ascoltato e pregato la tua Parola. Possa essa aprirci gli occhi e illuminarci lo sguardo, così che possiamo vedere i segni del tuo Regno in noi e in mezzo a noi e rallegrarcene. Le novità non ci spaventino e non ci rendano ansiosi, ma ci consentano di riconoscere la tua mano che gratuitamente agisce nella storia, per la salvezza di tutti, nessuno escluso.
Leggi il Vangelo di oggi
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10, 7-13In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».Parola del Signore