Commento al Vangelo di oggi, 11 Luglio 2019 – Mt 19, 27-29

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Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.

S. Benedetto, abate, patrono d’Europa (festa)
XIV settimana del tempo ordinario
II Settimana del Salterio

Cento volte tanto!

«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque  ne  avremo?»  (Mt  19,27).  Quella  di  Pietro  è  spesso  la nostra  domanda.  Non  dobbiamo  necessariamente  interpretarla come  una  richiesta  interessata,  tesa  cioè  a  comprendere  quale potrebbe  essere  per  noi  la  ricompensa  o  il  guadagno.  Non  è  qui la  questione.  Se  abbiamo  seguito  il  Signore  è  perché  ci  siamo fidati della sua parola e abbiamo creduto nella sua promessa. La domanda  allora  diviene:  come  concretamente  la  tua  promessa, Signore,  si  attuerà  nella  nostra  vita?  Quali  frutti  porterà,  quali doni?

Gesù  risponde  con  l’immagine  del  centuplo.  «Chiunque  avrà  lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per  il  mio  nome,  riceverà  cento  volte  tanto  e  avrà  in  eredità  la vita eterna» (19,29). In che cosa consiste questo centuplo? Credo che  lo  possiamo  intendere  anche  in  questa  prospettiva:  si  tratta di  tornare  ad  accogliere  tutto  ciò  di  cui  si  intesse  la  nostra  vita concreta  –  cioè  le  relazioni,  gli  ambiti  vitali  del  nostro  impegno, gli  stessi  beni  di  cui  non  possiamo  fare  totalmente  a  meno,  anche  in  una  vita  povera  e  sobria  –,  riaccogliere  tutto,  ma  ora riconfigurato  dalla  nostra  relazione  con  il  Signore.

 Rinunciare,  in fondo,  esige  e  consente  di  aprire  tra  noi  e  gli  altri,  tra  noi  e  le cose,  tra  noi  e  la  realtà,  quello  spazio  nel  quale  può  entrare  il Signore e prendervi dimora, di modo che la sua presenza, e la nostra relazione con lui, conferiscano un senso nuovo e diverso, un significato  addirittura  centuplicato,  a  tutto  ciò  che  viviamo, a tutto quello con cui ci relazioniamo. In altri termini, significa mettere al centro il Signore o, come afferma san Benedetto nella sua Regola, vivere il primato del suo amore, perché tutto riceva il suo autentico valore, la sua bellezza, la sua bontà, la sua verità, nella luce di questo primato.

Come fare per vivere in questo primato? Sono significativi i quattro verbi che incontriamo nel testo dei Proverbi proclamato come prima lettura. Il primo verbo è ascoltare: «Se tu accoglierai le mie parole  e  custodirai  in  te  i  miei  precetti,  tendendo  il  tuo  orecchio alla  sapienza…»  (Pr  2,1-2).  Il  secondo  verbo  è  pregare,  invocare:

«Se appunto invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza» (2,3); il terzo verbo è cercare: «Se la ricercherai come l’argento  e  per  averla  scaverai  come  per  i  tesori»  (2,4);  il  quarto verbo, infine, è trovare: «Allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio» (2,5). Ascoltare, pregare, cercare, trovare: ecco quattro verbi che ritroviamo anche nel prologo della  Regola  di  san  Benedetto  e  che  dicono  l’essenza  della  vita monastica, come pure ciò che la vita monastica custodisce e consegna  all’intera  comunità  cristiana  perché  tutti  imparino  a  vivere nel  primato  di  Dio,  del  suo  amore,  della  sua  azione.

Ascoltiamo perché  c’è  una  parola  che  ci  precede  e  che  ci  fa  vivere,  dando forma alla nostra esistenza, suscitando la nostra libertà che viene da questa parola interpellata; preghiamo e invochiamo, perché soltanto la fede che si affida e che confida può vincere ogni forma di solitudine e di egoismo; cerchiamo e scaviamo, perché il bene che desideriamo è sempre oltre, al di là di ciò che già possediamo o che già conosciamo. Infine troviamo, perché Dio è fedele alle sue promesse, le compie e in questo modo dona compimento anche al nostro desiderio di una vita felice. In questo modo la rinuncia, vissuta nell’ascolto, nella preghiera, nella ricerca, ci consente di trovare e di accogliere il centuplo di una vita trasfigurata dal primato dell’amore di Dio.

Celebrando san Benedetto, siamo oggi sollecitati a riconoscere   in lui un maestro dei cercatori di Dio. Egli può mostrare concretamente, con la sua esperienza di vita e con quella di tutti i monaci e le monache che seguono la sua Regola, come ascoltare la Parola di Dio e trasformarla in invocazione, in preghiera, per poter giungere a trovare il senso autentico della nostra esistenza, il fondamento della nostra gioia.

Padre, attraverso testimoni del tuo amore, come il santo abate Benedetto, tu ci insegni la via della vita buona e felice. Non consentire che altre parole ci distraggano o ci strattonino da altre parti, verso altre direzioni. Insegnaci a tendere il nostro orecchio alla tua sapienza, che tu hai pienamente manifestato in Cristo Gesù, nostro Signore. Noi desideriamo non anteporre alcunché al suo amore, poiché egli non ha anteposto nulla, neppure la propria vita, al nostro bene.

Leggi il Vangelo di oggi

Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19, 27-29

In quel tempo, Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore

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