Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Romualdo, abate (memoria facoltativa)
Indice
XI settimana del tempo ordinario
III settimana del salterio
Nel segreto
San Paolo continua a raccomandare ai corinzi la colletta a favore di Gerusalemme. Insiste, la motiva, ne tratteggia i criteri. Significativa la sua preoccupazione di fondo, che non concerne tanto la quantità del dare, ma la sua qualità. Le sue raccomandazioni, infatti, disegnano uno stile, un portamento interiore da assumere. È lo stesso atteggiamento di Gesù. Tra le «opere di giustizia» che qualificano il giusto modo di stare davanti a Dio e agli altri, insieme alla preghiera e al digiuno, c’è l’elemosina. Ebbene, occorre viverla con uno stile preciso, tipico di coloro che cercano la relazione con Dio e la sua ricompensa, nel segreto di un incontro intimo e personale, anziché l’ammirazione degli uomini. Poco più avanti, sempre in questo discorso della montagna, al capitolo settimo Gesù offrirà un criterio chiaro per discernere il vero dal falso profeta: «Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,16; cf. anche v. 20).
Infatti, «ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi» (7,17). A costituire la bontà del frutto, tuttavia, non è il contenuto in sé, ma lo stile con il quale viene compiuto, il moto interiore che in esso si esprime, il desiderio che lo orienta. Si può fare un’elemosina molto generosa ma con uno stile ipocrita e ostentato, tale da sfigurarne sia la bellezza sia la bontà. Neppure la mano sinistra deve sapere cosa fa la destra, tanto meno deve saperlo qualcun altro che non sia il Padre, il quale vede nel segreto, e dunque conosce, al di là di ogni possibile ipocrisia, quale sia l’atteggiamento del cuore che si manifesta nel gesto esteriore.
Per Paolo lo stile sincero e trasparente si rivela in alcuni tratti peculiari. Occorre anzitutto seminare con larghezza e non scarsamente; tuttavia, a definire tale larghezza non è la misura dell’offerta, ma del cuore. «Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore» (2Cor 9,7). A rivelare la larghezza del cuore è un altro segno prezioso: la gioia con la quale si offre il proprio dono, che non deve essere venata da tristezza o dal sottostare a un’imposizione. Occorre infatti dare «non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (9,7).
Se Gesù raccomanda di cercare non lo sguardo ammirato degli altri, ma quello del Padre che vede nel segreto, Paolo gli fa eco esortando a cercare l’amore di Dio, il che significa anche vivere i propri impegni nell’orizzonte e nella luce di questo amore. Dentro questa relazione con Dio matura un’altra caratteristica: la consapevolezza di donare non qualcosa che ci apparterrebbe, ma che abbiamo ricevuto da Dio. È lui, infatti, a largheggiare, a dare ai poveri, a moltiplicare la semente e a far crescere frutti di giustizia (cf. 9,9-10).
Doniamo non ciò che ci appartiene, ma ciò che è di Dio e da lui destinato in modo eguale a tutti i suoi figli. Sono la nostra voracità, avidità, cupidigia, a produrre differenze creando ingiustizia. L’elemosina, di conseguenza, è anzitutto frutto di giustizia più che di carità. È tornare a porre giustizia laddove il nostro peccato ha prodotto ingiustizia. Infine, bisogna custodire un nitido desiderio: far salire «a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro» (9,11). Non devono ringraziare noi, devono ringraziare Dio. Più che cercare la nostra ricompensa (cf. Mt 6,2.5.16), dobbiamo desiderare che Dio venga glorificato attraverso le nostre opere buone (cf. 1Pt 2,12). Sono tratti esigenti, che chiedono vigilanza su se stessi e probabilmente grande conversione. Occorre di conseguenza rimanere non davanti allo sguardo ammirato degli altri, ma nel segreto della relazione con Dio. Solamente dimorando in questo segreto, possiamo ricevere da lui ciò che non riusciremmo a porre in essere con le nostre sole forze.
Oggi ricordiamo san Romualdo abate. Nella sua Piccola regola leggiamo: «Poniti innanzitutto alla presenza di Dio in timore e tremore […], siedi come un bambino contento solo della grazia di Dio e incapace, se non è la madre stessa a donargli il nutrimento, di sentire il sapore del cibo e anche di procurarsene».
Padre, tu ci scruti e ci conosci, tu leggi nel segreto dei cuori. Il tuo sguardo non solo ci soppesa e ci giudica, ma soprattutto ci purifica e ci trasforma. Insegnaci a rimanere davanti a te con tutto ciò che siamo, con la qualità delle nostre relazioni e la verità dei nostri gesti. La ricompensa che riceviamo dagli altri può essere talora uno sguardo ammirato. Educaci a desiderare la tua ricompensa, che consiste in un cuore nuovo, largo, gioioso.
Leggi il Vangelo di oggi
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».Parola del Signore