Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Luigi Gonzaga, religioso (memoria)
Indice
XI settimana del tempo ordinario
III settimana del salterio
L’occhio e il cuore
Nel testo di Matteo proposto oggi dalla liturgia emergono subito due immagini che ci aiutano a interpretare le scelte e la vita dell’uomo: l’immagine del tesoro custodito gelosamente in uno scrigno e quella della lampada che offre la sua luce per illuminare ciò che circonda l’uomo. Ma queste due immagini sono messe da Gesù in relazione con due parti del corpo che, simbolicamente, orientano le scelte dell’uomo e il suo rapporto con la realtà: il cuore, il luogo della verità e delle decisioni, e l’occhio, l’organo che permette di guardare la realtà ed entrare in contatto con essa.
«Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Il cuore è come uno scrigno che contiene un tesoro verso il quale orienta tutta la vita. Ma qual è il tesoro custodito nel cuore? Dalla qualità del tesoro dipendono poi le scelte fondamentali della vita. E qui Gesù mette in guardia perché valutiamo attentamente quali tesori si nascondono nel nostro cuore. Un tesoro non è una realtà neutra: esso esercita sempre un fascino sul cuore e prima o poi lo cattura. E ci sono dei tesori che ingannano l’uomo perché, con il loro fascino ambiguo, lo illudono di possedere in sé la vita. Uno di questi tesori che attrae il cuore dell’uomo è il denaro, la ricchezza: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano» (6,19).
Colui che accumula ricchezze, alla fine pone in esse il suo cuore. E la ricchezza inganna sempre il cuore dell’uomo in quanto è «disonesta» (cf. Lc 16,9.11) poiché illude: la vita che promette di possedere, alla fine non può assicurarla. Un cuore che custodisce in sé il fascino della disonesta ricchezza a poco a poco si identificherà con gli idoli che essa adora. Essi diventeranno il suo «tesoro»: il nostro cuore è sempre attratto da ciò che, nella nostra vita, diventa tesoro. Lì ritorna e lì mette radici: «Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore». L’unica garanzia per un cuore libero dall’idolo della ricchezza è il desiderio e la ricerca dei veri tesori che hanno la qualità della libertà e dell’affidabilità: «Accumulate invece per voi tesori in cielo» (6,20).
È necessaria una vigilanza che custodisca sempre libero il cuore, sempre in ricerca di ciò che è veramente prezioso, sempre pronto ad accogliere e a custodire il tesoro del Regno. Ognuno sperimenta come la vita stessa obblighi, prima o poi, a un distacco dalle cose accumulate. E allora, perché non educarsi a questa libertà giorno dopo giorno? Questa libertà ci aiuta a scoprire che c’è un solo tesoro a cui dobbiamo attaccare il nostro cuore e che ci permette di essere liberi: esso ha la forza della roccia che dà stabilità alla nostra vita e, nello stesso tempo, ci pone continuamente in cammino, accrescendo il nostro desiderio e proiettandolo verso l’infinito: è il tesoro del campo, la perla preziosa, l’amore di Cristo.
Nel definire il cuore come il luogo in cui è custodito il tesoro della vita, Gesù richiama la centralità di questo luogo misterioso. Ma tutto ciò che è nel nostro cuore deve sempre essere sottoposto a un discernimento per mantenere la sua relazione con il tesoro del Regno. In altre parole, deve essere sempre illuminato da una fonte di luce per mantenersi nella verità e nella limpidità dello Spirito. «La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso» (6,22-23). Il corpo è come una stanza illuminata da una fonte di luce, l’occhio appunto.
E questa luce deve penetrare nel luogo più segreto, il cuore, e renderlo a sua volta riflesso e fonte luminosa per i pensieri, le scelte, i desideri dell’uomo. Usando questa immagine, Gesù ci dice una verità molto importante: tra il cuore e i canali attraverso cui comunichiamo con la realtà e ne accogliamo i messaggi (i sensi e in particolare l’occhio), esiste un’interdipendenza e un reciproco condizionamento. Se un cuore che custodisce tesori falsi avvolge gesti, parole, sguardi di falsità e tenebra, a loro volta le provocazioni, le emozioni, le immagini, i desideri non purificati, non illuminati dalla verità della Parola di Dio, possono introdurre nel nostro cuore un mondo di ambiguità e di suggestioni tenebrose. Occhio e cuore devono sempre rimanere in sintonia con lo Spirito, affinché tutto l’uomo sia nella luce.
Aiutaci, o Signore, a custodire puro il nostro cuore e limpido il nostro sguardo. Poni in noi il tesoro della tua Parola perché a esso si attacchi il nostro cuore. Poni nei nostri occhi la luce del tuo amore perché con essa possiamo guardare i nostri fratelli.
Leggi il Vangelo di oggi
Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6, 19-23In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
Parola del Signore