Commento al Vangelo di oggi, 22 Giugno 2019 – Mt 6, 24-34

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Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.

S. Paolino da Nola – Ss. Giovanni Fisher e Tommaso More (m.f.)

XI settimana del tempo ordinario
III settimana del salterio

Scegliere, guardare, cercare

Affanno e preoccupazione, ansia per il cibo o per il vestito, accumulo e rincorsa ai beni di consumo, bisogni che si moltiplicano   e che creano frustrazioni se non sono soddisfatti, si intrecciano nel vissuto dell’uomo d’oggi rendendolo alla fine estraneo alla dimensione più profonda della vita stessa. Verrebbe quasi da dire: si vive senza vivere.

E allora sorge un interrogativo: quanto può essere capita questa parola di Gesù che oggi la liturgia ci rivolge? D’altra parte, dobbiamo subito riconoscere che questa parola del vangelo rispecchia una verità che è confermata proprio dallo stile di vita che condiziona l’uomo d’oggi. Il rischio, la tentazione  dell’uomo  d’oggi  è  di  vivere  senza  vivere.  Gesù  ci  pone questo  interrogativo:  «La  vita  non  vale  forse  più  del  cibo  e  il corpo più del vestito?» (Mt 6,25).

Si rincorre la vita e la si riempie di cose al di là delle reali esigenze o bisogni, e poi ci si accorge, improvvisamente e amaramente, che la vita autentica era altrove. Le parole di Gesù orientano la nostra vita in modo diverso. Sono parole per la vita, per farci vivere realmente. Esigono una conversione di rotta, di stile, e questo cambiamento avviene attraverso tre  atteggiamenti  che  custodiscono  vivo  il  senso  della  vita  e  che si possono sintetizzare in tre verbi: scegliere, guardare e cercare. Nella  vita  si  devono  compiere  delle  scelte.

Ma  la  prima  scelta, quella  radicale  che  orienta  tutto  il  cammino  e  ogni  altra  scelta, avviene in relazione alla vita stessa. Gesù la esprime con queste parole:  «Nessuno  può  servire  due  padroni  […].  Non  potete  servire  Dio  e  la  ricchezza»  (6,24). L’orientamento  della  vita  non  può mantenersi contemporaneamente su due strade. Scegliere tra Dio e la ricchezza è l’alternativa che Gesù pone di fronte a ognuno di noi. Si tratta di scegliere tra chi può dare un senso pieno alla vita e chi invece la illude e la falsifica.

Per scegliere bene bisogna avere dei criteri, degli esempi che ci aiutino. E quali esempi bisogna guardare? «Guardate gli uccelli del cielo  […].  Osservate  come  crescono  i  gigli  del  campo»  (6,26.28). Gesù  ci  invita  a  guardarci  attorno,  a  meravigliarci  della  natura, a  imparare  dalla  libertà  e  dalla  semplicità  con  cui  le  creature  affrontano la vita.

Gli uccelli del cielo, così liberi e capaci di accontentarsi  del  cibo  che  trovano  ogni  giorno,  e  i  fiori,  così  belli  ed eleganti nella loro semplicità, sono i nostri maestri di vita. Perché? Non  tanto  per  il  fatto  che  non  si  preoccupano  della  vita,  ma  per il  fatto  che  la  loro  libertà  e  la  loro  bellezza  sono  essenzialmente un dono dell’immensa generosità di Dio. Creature così fragili, che oggi  ci  sono  e  domani  scompaiono,  sono  gratuitamente  rivestite di bellezza.

Tutta la loro vita è un dono. Ed è questa la lezione che dobbiamo imparare. Anzi, proprio dove si sperimenta la precarietà e la fragilità può rivelarsi tutta la forza del dono. E Paolo lo aveva ben compreso nella sua vita, quando fa memoria di quella misteriosa parola che il Signore gli ha rivolto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Cor 12,9). La  parola  di  Gesù  apre  il  discepolo  alla  consapevolezza  che  la propria vita, pur nella fatica e nel lavoro quotidiano, non dipende, in  profondità,  dalla  smodata  cura  che  l’uomo  ha  per  sé,  ma  dal Padre celeste a cui domandiamo ogni giorno il pane quotidiano.

Tutto questo ci orienta, infine, a cercare sempre e prima di tutto ciò  che  è  veramente  essenziale  nella  vita:  «Cercate  invece,  anzitutto,  il  regno  di  Dio  e  la  sua  giustizia,  e  tutte  queste  cose  vi saranno  date  in  aggiunta»  (Mt  6,33).  Cercare  anzitutto  il  Regno, cioè  la  relazione  di  tutto  con  Dio,  significa  collocare  ogni  cosa al  giusto  posto  e  soprattutto  essere  coscienti  che  il  mondo  non può  invadere  la  vita  e  il  cuore.

La  vita  ha  un’estensione  molto più ampia di ciò che sembra riempirla (cibo, vestiti, cose, denaro ecc.) e deve essere orientata verso questa pienezza che è al di là del vivere quotidiano. In fondo, il credente è chiamato a guardare tutto ciò che compone e serve alla vita dalla prospettiva del Regno, dalla prospettiva di Dio: allora ogni cosa sarà «data in aggiunta», cioè acquisterà il suo giusto valore.

O Signore, fa’ che impariamo dall’uccello del cielo e dal giglio del campo la vera libertà per essere sempre pronti a volare incontro    a te; la vera umiltà per accontentarci di ciò che ci doni; la vera gioia per testimoniare la bellezza dell’evangelo.

Leggi il Vangelo di oggi

Non preoccupatevi del domani.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6, 24-34

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore

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