Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Brigida, religiosa, patrona d’Europa (festa)
XVI settimana del tempo ordinario
III Settimana del Salterio
Essere profeti per la salvezza del mondo
Negli avvenimenti che durante il secolo XIV sconvolsero la Chiesa e la vita religiosa dell’Occidente, la voce profetica di santa Brigida di Svezia si levò con forza per restaurare l’unità del corpo di Cristo lacerato dalle divisioni, e per affermare la necessità di una riforma del tessuto ecclesiale e della vita cristiana attraverso un ritorno alla radicalità evangelica. Senza alcun dubbio l’esperienza interiore di questa donna forte e coraggiosa è caratterizzata da quell’unione mistica che la rende completamente avvolta dall’amore di Cristo: il suo principale desiderio consisteva nell’amare Dio con tutto il cuore, abbandonandosi totalmente alla sua volontà. Ma l’espressione più profonda che Brigida coglieva nell’amore di Dio era la croce di Cristo.
La visione della passione di Cristo, che la santa ebbe sin dall’infanzia, è stata per tutta la sua vita particolare oggetto di meditazione e viene da lei descritta nelle Revelationes con insistenza e con estremo realismo. Sotto questa angolatura, l’esperienza mistica di Brigida può essere racchiusa in queste parole dell’apostolo Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,19-20). Le forme con cui Brigida desiderava partecipare sia interiormente che fisicamente alle sofferenze di Cristo, al mistero della sua morte e risurrezione, erano quelle che caratterizzavano la pietà medievale, in particolare l’ascesi corporale e il pellegrinaggio.
Quest’ultimo colloca questa santa in una dimensione veramente «europea». Nel procedere di Brigida verso Roma, Santiago di Compostela, la Terra Santa e tanti altri luoghi sacri, ritroviamo ogni elemento che caratterizza l’esperienza spirituale del pellegrinaggio: cammino verso luoghi segnati dalla santità per incontrare una realtà trascendente, il vagabondare del pellegrino che esprime l’esilio dell’uomo sulla terra, il cammino del discepolo sul modello dell’itinerare di Cristo. Ma in Brigida il pellegrinaggio può essere colto come un paradigma di quel profondo desiderio di raggiungere quella meta che trova compimento nella visione stessa del volto di Dio.
Certamente in questa mistica si realizza quella stupenda immagine che Gesù utilizza per esprimere la sua profonda unione con il discepolo: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me» (Gv 15,4). Ma in Brigida questo rimanere radicata nell’amore di Cristo assume una dimensione autenticamente ecclesiale. L’immagine della vite e dei tralci non esprime solo l’intensità dell’amore di Cristo ma anche la comunione che da esso scaturisce e che forma la Chiesa. Ed è per questo che Brigida provava anche l’ardente desiderio di partecipare alla crescita del corpo mistico di Cristo, soprattutto mediante un impegno incessante a restaurare quella purezza e integrità originali che devono trasparire nella vita della Chiesa stessa. In tal senso, in Brigida, come nella sua contemporanea Caterina da Siena, la contemplazione mistica sfocia nell’azione, di cui la funzione profetica è una delle espressioni più autentiche.
È significativa questa testimonianza sugli inizi della sua esperienza mistica: «Qualche giorno dopo la morte del marito […] lo Spirito del Signore la circonfuse e la incendiò. Rapita in spirito, vide una nube splendente, e da questa nube udì una voce che le diceva: “Io sono il tuo Dio che ti vuole parlare”. Spaventata e timorosa che fosse un’illusione del nemico, udì una seconda volta: “Non temere. Io sono infatti il creatore di tutte le cose, non l’ingannatore. Sappi che non parlo a te sola, ma per la salvezza di tutti i cristiani. Ascolta quel che ti dico: sicuramente sarai la mia sposa e il canale della mia voce…» (Extravagantes 47).
La vocazione di un profeta non è una semplice esperienza interiore che appaga il desiderio, che abita il cuore di ogni uomo, di poter intessere un dialogo personale con Dio. Ogni profeta ha una missione per tutto il popolo: è chiamato a diventare «canale» che trasmette l’acqua viva della Parola di Dio «per la salvezza di tutti i cristiani». Ogni autentica esperienza dello Spirito è data per far crescere in noi la responsabilità di fronte a ogni fratello e sorella, affinché la parola di salvezza possa raggiungere ognuno.
Signore Gesù Cristo, eterna dolcezza di coloro che ti amano, ricordati dell’amore che ti ha spinto ad assumere la nostra natura umana e di tutto quello che hai sopportato dall’inizio della tua incarnazione fino al momento della tua passione, a compimento del disegno di Dio, stabilito fin dall’eternità (santa Brigida di Svezia, Preghiere sopra la passione di N.S. Gesù Cristo).
Leggi il Vangelo di oggi
Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 1-8In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore