Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
XII settimana del tempo ordinario
IV settimana del salterio
Le due vie
Inserite nel «discorso della montagna», queste tre parole di Gesù diventano per il discepolo una luce per un discernimento quotidiano. Ci soffermiamo sull’ultimo di questi detti, poiché ci presenta in modo significativo una situazione in cui spesso ci imbattiamo nel cammino della nostra vita: la necessità di discernere la via più giusta da percorrere per raggiungere quella pienezza di vita che desideriamo e che ci dona la felicità.
Nel racconto di Genesi Abram e Lot si trovano proprio nella necessità di fare una scelta: continuare un cammino assieme diventa impossibile, perché si creano tensioni che rischiano di compromettere le loro relazioni. Ecco allora un primo discernimento suggerito da Abram a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra» (Gen 13,8-9). Ma la scelta di un cammino che porta a una terra dove abitare richiede un altro discernimento: qual è il luogo migliore che dà più sicurezza, abbondanza e felicità?
Agli occhi di Lot sembra la valle del Giordano: «Era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra – come il giardino del Signore» (13,10). Lot sceglie il luogo che gli sembra il migliore, la terra più feconda e ricca, dimenticando però che il pericolo sarà proprio nascosto dietro queste apparenze di abbondanza. Ad Abram, che con generosità ha lasciato al nipote la prima scelta, non resta che la terra di Canaan, più arida e desolata.
Ma proprio in questo spazio povero di risorse si rivela per Abram un’altra ricchezza. A lui si rivela la gratuità di Dio, un Dio che sa fecondare i deserti dell’uomo, sa aprire gli orizzonti della sua vita, sa riempire l’esistenza di una pienezza che non ha fine: «Tutta la terra che tu vedi, io la darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra» (13,15-16).
Questo racconto può diventare, sotto certi aspetti, un’icona che bene illustra la Parola di Gesù. Nella vita ci sono momenti in cui uno è costretto a scegliere. La scelta diventa questione di vita o di morte. La scelta è certamente orientata alla vita, ma il discernimento sta nello scoprire quale via conduce alla vita. E questo non è facile, perché ci sono cammini che sembrano promettere molte possibilità di vita, ma che nascondono insidie e ambiguità.
E ci sono cammini sicuramente faticosi, a prima vista mortificanti e poco entusiasmanti, ma che alla fine si dimostrano più affidabili e gratificanti. La superficialità e l’instabilità in una relazione, una libertà senza limitazioni, la sicurezza data dal denaro sembrano dare risultati immediati di felicità; ma a lungo andare rendono la vita disorientata, fragile e senza gusto. Un amore fedele che sa affrontare il sacrificio per l’altro, il dono di sé che mette in gioco la propria libertà, la fatica di condividere ciò che si ha, certamente costano e passano attraverso una «morte» interiore, ma sono la porta aperta alla gioia e alla pace. Per esprimere queste due possibilità, per orientare a un discernimento, Gesù usa un’immagine ben conosciuta nell’antichità.
È l’immagine delle due vie: «Larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione […]. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita» (Mt 7,13-14). Le due vie si contrappongono: l’una ampia, angusta l’altra; quella che conduce alla perdizione e quella che conduce alla vita eterna; molti percorrono la prima, pochi la seconda. Ma se una porta alla morte, perché molti la percorrono? Gesù non lo dice, ma possiamo intuirlo dal fatto che la via che conduce alla perdizione affascina e illude l’uomo: non mostra il punto d’arrivo ma solo le possibilità immediate di successo e di facilità.
Si entra facilmente per questa strada perché la sua porta è spalancata, è larga, non richiede nessuno sforzo. La via che conduce alla vita non sembra molto entusiasmante perché è in salita, richiede una libertà interiore che comporta la rinuncia e quelle esigenze radicali che rendono l’uomo disponibile al dono della salvezza. Solo se si guarda alla meta si può intraprendere questo cammino. La meta è la forza della scelta e del cammino.
Altrimenti si rimane bloccati fuori della porta e, prima o poi, si imbocca una via più facile.
Sostienici, o Padre, nel cammino che conduce alla vita. Donaci il coraggio di attraversare la porta stretta che si apre nello spazio infinito del tuo Regno, spazio di comunione e di pace, di gioia e di luce. Trasforma le nostre fatiche e le nostre sofferenze in passaggio che dalla morte ci guida alla vita, dal pianto alla tua gioia, dalle tenebre alla tua luce.
Leggi il Vangelo di oggi
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 6.12-14In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».Parola del Signore.