Commento al Vangelo di oggi, 25 Maggio 2019 – Gv 15, 18-21

C

Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
Ss. Beda – Gregorio VII – M. Maddalena de’ Pazzi (memeria facoltativa)

V settimana di Pasqua – I settimana del salterio

Ascoltare lo Spirito

Possono essere diverse le angolature attraverso cui guardare la crescita di una comunità cristiana, della Chiesa: si può rinarrare una storia fatta di eventi, di successi e insuccessi; si può compiere una riflessione sulle modalità e sui dinamismi dell’annuncio, sull’espandersi della missione. Il libro degli Atti privilegia la dimensione esperienziale attraverso cui il diffondersi e il radicarsi della Parola di Dio è mediato dalla figura concreta del testimone, anzi dal discernimento del testimone che cerca di leggere alla luce e sotto la guida dello Spirito i passi da compiere perché l’evangelo raggiunga ogni uomo.

Alla fine il vero protagonista del libro degli Atti non è tanto il testimone, quanto piuttosto il contenuto di questa testimonianza, o meglio quella Parola di Dio che apre alla fede, rivelando il progetto di salvezza realizzato nella morte e risurrezione di Gesù. Anzi si può notare come la Parola   di Dio cresca e si dilati nonostante gli ostacoli che l’annuncio e l’attività missionaria incontrano: persecuzioni, paure, resistenze interiori o schemi religiosi e culturali degli stessi annunciatori dell’evangelo. Anzi questa progressione che spezza confini e tabù è possibile perché la Parola, con la forza dello Spirito, precede e forza le resistenze e paure della stessa comunità, prendendola in contropiede e obbligandola a un continuo discernimento.

Nei capitoli del libro di Atti che la liturgia ci propone in questi giorni,  scopriamo  come  diversi  ostacoli  sembrino  impedire  o  rallentare l’annuncio dell’evangelo di cui è protagonista Paolo con i suoi  compagni.  Infatti  a  Listra  devono  affrontare  l’ostinata  opposizione di alcuni giudei che giungono addirittura a lapidare Paolo, trascinandolo  fuori  della  città  (cf.  At  14,19-20).  Ma  c’è  un  altro ostacolo  che  sembra  bloccare  la  missione  di  Paolo  nei  confronti dei  pagani.  E  questa  resistenza  proviene  dalla  stessa  comunità dei  credenti.  Infatti  in  Atti  15  emerge  la  paura  di  fronte  a  coloro che provengono dal paganesimo, paura che viene esorcizzata con la  pretesa  di  imporre  a  questi  nuovi  credenti  usanze  e  tradizioni giudaiche.

La  comunità  cristiana  è  chiamata  a  un  discernimento per impedire che vengano soffocate la novità e la libertà contenute  nell’evangelo  di  Cristo.  Pietro,  Paolo,  Giacomo,  Barnaba  e  gli altri  apostoli  giungono  a  riconoscere  che  la  grazia  di  Dio  non  fa discriminazioni,  e  lo  Spirito  è  donato  anche  ai  pagani  aprendoli così alla fede. Ma è significativo che questo discernimento e questa  consapevolezza  siano  legati  soprattutto  all’azione  dello  Spirito  che  agisce  e  opera  nella  Chiesa.  Infatti,  comunicando  le  loro decisioni  riguardo  al  metodo  missionario  da  usare  nei  confronti dei pagani, gli apostoli dicono: «È parso bene, infatti, allo Spirito Santo  e  a  noi,  di  non  imporvi  altro  obbligo  al  di  fuori  di  queste cose necessarie…» (15,28).

L’annuncio e la missione procedono in una sinergia tra coloro che sono inviati a testimoniare l’evangelo e  lo  Spirito  Santo.  E  questo  richiede  una  continua  disponibilità e  un  ascolto  attento  per  discernere  i  passi  da  compiere.  Lo  si vede bene nei versetti proposti oggi dalla liturgia. C’è una crescita costante  di  credenti  che  formano  comunità  salde  nella  fede:  «Le chiese  intanto  andavano  fortificandosi  nella  fede  e  crescevano  di numero  ogni  giorno»  (16,5).  Ma  non  è  una  crescita  abbandonata al  caso,  senza  discernimento.

 Lo  Spirito  guida  l’annuncio  e  in qualche modo indica il percorso della missione. Per ben due volte si  sottolinea  che  lo  Spirito  impedisce  «di  proclamare  la  Parola» (16,6) in territori in cui gli annunciatori dell’evangelo forse avevano programmato di esercitare la loro missione. Ma questa apparente chiusura di confini ha uno scopo preciso: quello di aprire la missione in luoghi non previsti e sicuramente non programmati.

La visione del macedone che appare in sogno a Paolo e invo    ca la salvezza mediante l’annuncio del vangelo, esprime proprio quest’azione dello Spirito. Infatti Paolo parte per la Macedonia «ritenendo  che  Dio  ci  avesse  chiamati  ad  annunciare  loro  il  Vangelo»  (16,10).  Sempre  la  Chiesa  è  chiamata  a  intraprendere  con coraggio  e  senza  resistenze  quei  cammini  che  lo  Spirito  le  indica per  raggiungere  ogni  uomo  che  invoca  la  salvezza!  Ovunque  c’è un «macedone» che grida: «Vieni […] e aiutaci!» (16,9).

La nostra vita è nascosta con te, o Cristo, in Dio. In questo mondo siamo come pellegrini: camminiamo, amiamo, doniamo la nostra vita, ma non troviamo né pace né pienezza. Solo in te può riposare il nostro cuore. Fa’ che non dimentichiamo mai che siamo nel mondo, ma non siamo del mondo.

Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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