Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
VI settimana di Pasqua – II settimana del salterio
Odiati dal mondo
Nel discorso dei capitoli 15 e 16 del Vangelo di Giovanni, le parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli durante l’Ultima cena, viene posto un confronto tra la testimonianza del cristiano e il mondo in cui questa testimonianza è chiamata a incarnarsi e a portare frutto.
Di per sé il mondo come termine di confronto con la testimonianza di Cristo non è una realtà negativa. Basti pensare alle parole che Gesù rivolge a Nicodemo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Il mondo non solo è destinatario della testimonianza del discepolo, ma rappresenta quell’umanità a cui il Padre ha fatto dono del suo Figlio e a favore della quale il Figlio ha donato se stesso. Ma l’esperienza del discepolo, nella quale si riflette il cammino stesso di Gesù, sembra dimostrare qualcosa di ben diverso.
Sembra che il mondo non accolga veramente questo dono; anzi lo rifiuta apertamente con violenza e odio. E qui il mondo assume un’altra valenza: si trasforma nell’insieme delle forze ostili che cercano di impedire lo svolgimento del disegno di Dio. È questo «volto» del mondo a entrare in conflitto con la testimonianza del discepolo e a manifestare tutto il suo odio per la Parola di Gesù: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me […]. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (15,18.20).
Con le sue parole, Gesù apre ai discepoli uno sguardo sul futuro, su quel confronto fra testimonianza e mondo che sembra contraddire la forza del vangelo. È come se Gesù mettesse allo scoperto gli interrogativi dolorosi e angoscianti che emergono nel cuore di colui che è chiamato a testimoniare la pasqua di Cristo: «Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. […] viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio» (16,1-2).
Infatti l’odio del mondo, accompagnato com’è dalla persecuzione e dal rifiuto, suscita interrogativi e può gettare il discepolo nel dubbio: perché la Parola della verità è continuamente rifiutata? La forza vittoriosa del Cristo risorto è presente o no nella storia? Interrogativi che accompagnano i cristiani lungo tutta la storia e che a volte possono incrinare la loro testimonianza o renderla meno efficace.
Gesù conosce queste contraddizioni che possono emergere nel cuore dei suoi discepoli, perché questo è stato anche il dramma del confronto della sua testimonianza con il mondo. Ed è per questo che Gesù lo ricorda ai discepoli: «Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto» (16,4). Qui si manifesta, in modo paradossale, una prima certezza che deve dare forza e sostenere la testimonianza del discepolo di fronte all’odio del mondo: la via del discepolo per essere autentica e portare frutto deve riflettere la via di Gesù.
La persecuzione fa parte della storia della salvezza, perché è la via della croce che continua e il rifiuto della testimonianza del discepolo continua il rifiuto della Parola di Gesù. Gesù e i suoi discepoli sono un tutt’uno e la consapevolezza della comunione con lui, anche nella via della sofferenza, deve diventare una forza per il discepolo. Ma c’è un’altra certezza più profonda che sostiene la testimonianza del discepolo nella prova e nel rifiuto.
Ed è una presenza che dà consolazione e che difende la verità della testimonianza di Cristo. È «il Paràclito, – dice Gesù ai discepoli – che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me» (15,26). L’azione dello Spirito nel discepolo è consolazione, forza e verità. Esso non solo rivela le contraddizioni del rifiuto del mondo, l’inconsistenza della sua logica, l’incapacità di comprendere l’amore di Dio. La sua presenza è interiore al discepolo e diventa per lui testimonianza della verità della via di Gesù.
Nel momento stesso in cui la sua fede sarà messa pericolosamente alla prova, il discepolo sarà chiamato ad ascoltare la parola dello Spirito. Solo così sarà liberato dalla paura e dallo scandalo che gli insinua il rifiuto del mondo. Anzi, grazie allo Spirito, nelle contraddizioni e nel rifiuto la sua testimonianza porterà un frutto per la salvezza del mondo.
O Signore, quando manca nella nostra vita la gioia, quando la nostra testimonianza sembra senza frutto, ci venga in aiuto il tuo Spirito consolatore. Ci guidi nel profondo del nostro cuore e lì sveli a noi la tua presenza di pace. Allora il nostro sguardo si illuminerà e sapremo guardare oltre ogni fatica. E nessuno ci potrà togliere la tua gioia!
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 26-16,4In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.