Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Agostino, vescovo e dottore della Chiesa (memoria)
I settimana del salterio
Sepolcri
Nella dinamica che caratterizza l’ipocrisia quando essa condiziona l’essere e l’agire dell’uomo, emerge con forza il contrasto tra ciò che appare all’esterno e ciò che abita del cuore. Gesù ha descritto la rottura tra esteriorità e interiorità usando l’immagine del bicchiere e del piatto, puliti all’esterno, ma all’interno «pieni di avidità e d’intemperanza» (Mt 23,25). Continuando su questa linea, ora Gesù precisa questo contrasto tra l’esterno e l’interno dell’uomo mediante una nuova immagine: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume» (23,27).
Era usanza presso gli ebrei imbiancare accuratamente i sepolcri per renderli ben visibili ed evitare un contatto involontario, che avrebbe impedito all’uomo la partecipazione al culto (causando uno stato di impurità rituale). È un’immagine molto forte che va al cuore del dramma di una vita e di un comportamento ipocrita. Si può apparire all’esterno avvolti di un alone di fedeltà, ligi alle esigenze di Dio espresse nei comandamenti, ma contenere dentro di sé, nel proprio cuore, ogni forma di malvagità che conduce alla morte: «Dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità» (23,28). È terribile questa situazione perché rappresenta il fallimento totale di una vita: essa è solo l’involucro illusorio di un cadavere, è solo luogo di morte.
È una parola che tocca ciascuno di noi, che ci mette di fronte a ciò che rende autentica la nostra esistenza di cristiani. Ciò che comunica la vita e ciò che qualifica l’autenticità di un discepolo di Cristo è il grande comandamento dell’amore. In relazione all’amore si può allora comprendere il vero significato dell’ipocrisia. Intesa come attaccamento apparente alla Legge di Dio, l’ipocrisia di fatto trasforma la vita in una negazione di ciò che vuole Dio poiché non giunge al cuore della Legge, al grande comandamento dell’amore, e rende così apparente ogni altra osservanza. Qui la demarcazione avviene non tra il più o il meno, ma tra l’essere o il non essere, tra la realtà e la finzione, tra la verità e la menzogna, tra la vita e la morte. In una vita senza amore la pretesa della fedeltà alle esigenze di Dio è fittizia e inesistente. Usando l’immagine del sepolcro imbiancato, si potrebbe dire che il risultato di un’esistenza ipocrita è l’illusione di una vita che, paradossalmente, comunica morte.
L’immagine del sepolcro viene ancora utilizzata da Gesù per denunciare un’altra forma di ipocrisia che caratterizza il comportamento religioso di scribi e farisei: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti» (23,29). Scribi e farisei costruivano monumenti sepolcrali ai profeti che erano stati perseguitati o uccisi dai loro antenati. Avevano un carattere espiatorio, e attraverso di essi scribi e farisei volevano mostrare una presa di distanza dall’atteggiamento ostile e persecutorio dei loro padri.
Gesù smaschera l’ipocrisia nascosta sotto questa maschera di illusione. In realtà, ricorda Gesù a scribi e farisei, sono degni discendenti degli assassini dei profeti, anzi ne prolungano fino alle estreme conseguenze il comportamento fatto di incredulità e di odio. Si illudono che sia sufficiente onorare con un monumento il profeta davanti al quale si rimane increduli e ostili. Ecco un’altra forma di ipocrisia che può intaccare anche la vita di una cristiano, anzi di una comunità cristiana. Si rifiuta il profeta che Dio invia, lo si emargina e si rimane chiusi in una durezza di cuore di fronte alla Parola di Dio che egli comunica.
E poi ci s’illude che sia sufficiente riconoscere a posteriori l’autenticità del messaggio comunicato dal profeta, senza però conformare a esso la propria vita. Ci sono tanti modi di innalzare sepolcri ai profeti, senza però rischiare la propria vita compromettendosi con la Parola di Dio che essi comunicano. Ogni profezia autentica contiene il soffio dello Spirito e lo Spirito ci indica vie e cammini nuovi. Non si è fedeli allo Spirito custodendo in un sepolcro la sua Parola di vita; essa deve soffiare continuamente nella nostra esistenza e nella vita di una comunità cristiana.
Il nostro cuore, o Signore, nasconde spesso falsità e ipocrisia. Purificalo e rendilo dimora della tua Parola perché essa lo illumini e renda il nostro sguardo interiore attento e vigile, capace di custodire il luogo della nostra vita più vera.
Leggi il Vangelo di oggi
Siete figli di chi uccise i profeti.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 27-32In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».Parola del Signore