Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Ignazio di Loyola, sacerdote (memoria)
XVII settimana del tempo ordinario
I Settimana del Salterio
Il tesoro e la perla
Le parabole che l’evangelista Matteo colloca al centro del suo racconto sono come il cuore del messaggio di Gesù, la scoperta stupita della logica del Regno, la rivelazione del volto di Dio che si riflette nell’agire, nella vicenda stessa di Gesù. Ognuna di queste parabole ci narra qualcosa del modo in cui Dio guarda all’uomo e alla storia; ci disvela il mistero stesso della compassione di Dio, quel disegno di comunione che egli vuole realizzare con ogni uomo e che trova il suo compimento nella persona di Gesù. Oggi la liturgia ci propone le due piccole parabole del tesoro nascosto nel campo e della perla preziosa.
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo […] a un mercante che va in cerca di perle preziose» (Mt 13,44.45): così iniziano le due parabole. E due immagini catturano subito la nostra attenzione: quella di un tesoro nascosto e quella di una perla di grande valore. Dunque il Regno è qualcosa di molto prezioso, non lo si trova facilmente, è nascosto e bisogna cercarlo, ma è soprattutto quello che può cambiare la vita di una persona. Però, se stiamo attenti alle due parabole, ci accorgiamo subito che Gesù non paragona semplicemente il Regno a un oggetto prezioso, ma ci racconta come il bracciante che lavora nel campo e il mercante reagiscano di fronte a questo tesoro o a questa perla.
Gesù, raccontando queste parabole, ci fa capire che «il regno dei cieli» è sì qualcosa di molto prezioso, anzi è l’unica cosa veramente preziosa, ma non deve essere semplicemente contemplata come una cosa bella: deve entrare nella nostra vita, deve mettere in moto un dinamismo fatto di scelte, di decisioni, coinvolgendo mente e cuore. Deve diventare vita. La domanda che queste parabole ci fanno è in fondo questa: che cosa si vuol fare di questo tesoro e di questa perla? Il Regno entra nella nostra vita ordinaria, i suoi segni sono attorno a noi e dentro di noi. Dobbiamo però cercare e imparare a decifrare la presenza del Regno, del Signore che vuole incontrarci, della sua Parola di salvezza a partire dagli eventi più quotidiani, quelle realtà che formano il tessuto normale della nostra vita.
C’è un ultimo aspetto, nelle due parabole ascoltate, che ci aiuta a comprendere che cosa può diventare il Regno di Dio nella nostra vita. Ed è la gioia. Le due parabole sono caratterizzate dalla gioia: non solo la gioia di aver trovato ciò che cambia la propria vita, ma anche una gioia che permette di fare le scelte più impegnative e difficili. Il bracciante che ha trovato il tesoro «va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compre quel campo» (13,44). Certamente il contadino e il mercante si rendono conto che per avere quei beni preziosi devono vendere non qualcosa, ma tutto quello che hanno.
E questo potrebbe bloccarli. Così era successo all’uomo ricco, e proprio per questo era piombato nella tristezza. Ma questi due uomini hanno il coraggio di fare il salto, perché in loro la gioia di aver trovato la cosa più preziosa della loro vita diventa la forza capace di dare uno sguardo nuovo anche a ciò che può sembrare, umanamente, una perdita. Noi discepoli di Cristo, se veramente siamo entrati in questa logica, non possiamo essere testimoni di una perdita, di ciò che abbiamo lasciato o venduto; dobbiamo essere testimoni di un guadagno, di ciò che abbiamo trovato. Questa è la gioia dell’evangelo.
Dobbiamo essere testimoni di vita e non di morte. Allora si è veramente come quello scriba divenuto discepolo del Regno, discepolo di Gesù e del suo evangelo. Si diventa uomini e donne sapienti, capaci di guardare con gli occhi del Regno tutto ciò che ci circonda e dare a esso un senso. Allora il nostro cuore può diventare come uno scrigno: in esso ci sarà la perla e il tesoro del Regno, e sapremo donarlo con discernimento, comunicando la gioia e la bellezza di ciò che abbiamo trovato, di ciò che ha attratto la nostra vita. Se nel nostro cuore è custodito il tesoro più prezioso, se viviamo nell’amicizia con il Signore, il nostro volto dovrebbe essere, in un certo senso, come quello di Mosè quando scende dal monte dopo aver incontrato Dio: «La pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore» (Es 34,29).
Solo se in noi è custodito il tesoro del tuo Regno, o Signore, il nostro cuore può liberarsi da tutto ciò che lo ingombra. Solo se troviamo la perla del tuo amore, la nostra vita rimane nella gioia. Solo rimanendo in te, troviamo la vera pace.
Leggi il Vangelo di oggi
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13, 44-46In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».Parola del Signore