Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
Giornata mondiale dell’infanzia vittima di violenza
Indice
VII settimana di Pasqua – III settimana del salterio
Il tuo nome è Innocente, alleluia!
Mentre ci avviciniamo alla solennità di Pentecoste con cui portiamo a compimento i giorni della letizia pasquale, la Parola di Dio ci offre il testamento di Paolo e quello di Gesù. Quando si sente più vicina la fine o il compimento della vita, il desiderio di raccogliersi diventa sempre più profondo.Alla vigilia della sua passione il Signore Gesù si raccoglie intensamente in preghiera e, «alzàti gli occhi al cielo, disse…» (Gv 17,1). Mentre si fa sempre più chiaro per Paolo che il passaggio da «Gerusalemme» (At 20,22) in realtà è solo una tappa per recarsi fino al luogo del martirio, egli non può fare altro che «chiamare» (20,17) tutti i fratelli per preparare insieme il compimento. Sia Paolo che Gesù, mentre si preparano alla morte e preparano i propri fratelli e discepoli ad accompagnarli a distanza nel momento supremo del dono della propria vita, sentono il desiderio di dichiarare il loro amore e la loro dedizione.
Una dichiarazione che assume il linguaggio appassionato della protesta amorosa: «Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio» (20,26-27).
Rivolgendosi direttamente al Padre, il Signore Gesù si muove nella stessa direzione di Paolo: «Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola» (Gv 17,6). Proprio mentre attorno al Signore Gesù e all’apostolo Paolo si addensano le nubi della persecuzione e della morte, si fa ancora più luminosa la consapevolezza di aver compiuto la propria missione fino in fondo: «Perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato» (17,2).
Nel momento in cui le accuse si fanno tremendamente pesanti sia contro Gesù che contro Paolo, da parte dei notabili del popolo e, in particolare, delle autorità religiose, nel cuore si fa luminosamente chiara la coscienza di essere innocenti pur sembrando colpevoli. L’innocenza protestata da Paolo davanti agli anziani di Efeso, e che il Signore reclama con forza davanti al sinedrio e al cospetto di Pilato, radica nella consapevolezza della propria fedeltà e responsabilità: «Non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile» (At 20,20).
In questi giorni di attesa e di preparazione della Pentecoste, non possiamo che pregare con intensità per essere capaci al pari del Signore Gesù e dell’apostolo Paolo di poter consegnare ogni giorno la nostra vita «con tutta umiltà» (20,19) perché sia al servizio della speranza e della gioia di tutti. Persino quando l’incomprensione e finanche la persecuzione che ci vengono dagli altri rischiano di amareggiarci fino a renderci meno disponibili, abbiamo il dovere discepolare di non tirarci indietro: dobbiamo andare sempre avanti crescendo nella generosità del dono della nostra vita. Quando la fatica si fa più grande, non ci resta che intensificare la preghiera di intimità per rafforzare e rinnovare la nostra disponibilità a compiere fino in fondo il mistero e il ministero della nostra vita.
Signore risorto, ti lodiamo e ti benediciamo perché ci insegni a pregare il Padre con amore e nella libertà dei figli. Effondi su di noi il tuo Spirito, perché siamo capaci di continuare a donare la nostra vita affinché sia utile alla speranza di tutti anche quando sembra che nessuno se ne accorga o non interessi ad alcuno.
Alleluia!
Leggi il Vangelo di oggi
Padre, glorifica il Figlio tuo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17, 1-11aIn quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.