Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Elisabetta di Portogallo (memoria facoltativa)
Indice
XIII settimana del tempo ordinario
Proprio
Più facile
La provocazione con cui il Signore Gesù reagisce alla reazione degli scribi di fronte alla possibilità di alleggerire il peso di un uomo costretto all’immobilità dalla paralisi, riguarda anche ciascuno di noi: «Che cosa infatti è più facile…?» (Mt 9,5). Questa parola del Signore Gesù può diventare la chiave di lettura per ricomprendere un testo tanto famoso quanto difficile, che comunemente si indica come «il sacrificio di Isacco». Possiamo dunque chiederci:
«È più facile sacrificare il proprio figlio o liberarlo?»; e ancora: «È più facile far camminare un paralitico o riuscire a convincerlo di essere comunque amato?». Sta qui la grande sfida del vangelo con il suo messaggio di liberazione che va nella direzione della leggerezza e della serenità. Il vangelo ci mette di fronte a una scena di rara bellezza: «Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”» (9,2).
Il cuore del Signore Gesù è paterno e si mostra, ancora una volta, sensibile a ogni gesto di bontà e di compassione. Il fatto che questo paralitico abbia delle persone care che si occupano di lui fino a portarlo davanti a Gesù, è già segno di una libertà dal senso di peccato e dal complesso di colpa. Questi cancri dell’anima rischiano di rendere ancora più pesante e doloroso l’inevitabile dolore che la vita spesso comporta con le sue prove e le sue limitazioni.
A questo punto possiamo porci alcune domande su ciò che è veramente successo su quel «monte« (Gen 22,2) su cui Abramo pensa di dover sacrificare il proprio figlio Isacco. Il testo ci dice con chiarezza che «Dio mise alla prova Abramo» (22,1). Forse la prova che Abramo deve affrontare come ciascuno di noi è di comprendere quanto Isacco sia importante non per quello che significa come figlio, ma per quello che è come persona chiamata a piena libertà. Alla fine del racconto, l’angelo del Signore rinnova per Abramo la benedizione e in un certo modo la dilata:
«Ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare» (22,17). Dopo l’immolazione dell’ariete, sembra che Abramo abbia ritrovato più serenità e un coraggio dilatato per sperare senza pensare di dover sacrificare. Laddove gli scribi sembrano infastiditi dal fatto che Gesù alleggerisca il peso interiore di questo paralitico, siamo chiamati a imparare a preferire sempre ciò che rende la vita più vivibile e non ciò che la rende più pesante e difficile.
Tutti, da Abramo, al paralitico, a ciascuno di noi, possiamo sperare di più ritrovando il nostro «coraggio». Come un vero padre, il Signore Gesù riaccende in tutti i suoi figli la possibilità di sperare in un incremento di vita. Anche e proprio quando mette a disagio, creando scompiglio nei cuori di quanti sono detentori del controllo e del potere: «Allora alcuni scribi dissero fra sé: “Costui bestemmia”» (Mt 9,3). Davanti a questa reazione degli scribi, il Signore non reagisce con il silenzio e non manca di mettere in chiaro una cosa fondamentale: la malvagità per eccellenza e il fondamento di ogni male stanno nel non credere che sia «più facile» (9,5) e, soprattutto, più importante guarire il «cuore» (9,4) dal malvagio pensiero che non si possa migliorare. Non solo, si può persino ritrovare l’interezza e la pienezza del proprio volto di umanità. Tutto il resto poi viene in modo urgente e naturale: «Àlzati e cammina» (9,5).
Signore Gesù, tu sei il figlio amato dal Padre e nel tuo mistero pasquale ci hai rivelato di quale amore è capace il suo cuore, pur di liberarci dalla morsa dei nostri egoismi e dei nostri attaccamenti. Non lasciare che il cuore dimentichi che nulla ti è più gradito della libertà che rende la vita forse non più facile, ma di certo più leggera da portare.
Leggi il Vangelo di oggi
Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 1-8In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Parola del Signore