Commento al Vangelo di oggi, 4 Luglio 2019 – Mt 9, 1-8

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Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.

S. Elisabetta di Portogallo (memoria facoltativa)

XIII settimana del tempo ordinario
Proprio

Più facile

La provocazione con cui il Signore Gesù reagisce alla reazione degli scribi di fronte alla possibilità di alleggerire il peso di un uomo costretto all’immobilità dalla paralisi, riguarda anche ciascuno di noi: «Che cosa infatti è più facile…?» (Mt 9,5). Questa parola del Signore Gesù può diventare la chiave di lettura per ricomprendere un testo tanto famoso quanto difficile, che comunemente si indica come «il sacrificio di Isacco». Possiamo dunque chiederci:

«È più facile sacrificare il proprio figlio o liberarlo?»; e ancora: «È più  facile  far  camminare  un  paralitico  o  riuscire  a  convincerlo  di essere  comunque  amato?».  Sta  qui  la  grande  sfida  del  vangelo con  il  suo  messaggio  di  liberazione  che  va  nella  direzione  della leggerezza  e  della  serenità.  Il  vangelo  ci  mette  di  fronte  a  una scena  di  rara  bellezza:  «Ed  ecco,  gli  portavano  un  paralitico  disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio,  figlio,  ti  sono  perdonati  i  peccati”»  (9,2).

Il  cuore  del Signore Gesù è paterno e si mostra, ancora una volta, sensibile a ogni gesto di bontà e di compassione. Il fatto che questo paralitico abbia delle persone care che si occupano di lui fino a portarlo davanti  a  Gesù,  è  già  segno  di  una  libertà  dal  senso  di  peccato e  dal  complesso  di  colpa.  Questi  cancri  dell’anima  rischiano  di rendere ancora più pesante e doloroso l’inevitabile dolore che la vita spesso comporta con le sue prove e le sue limitazioni.

A  questo  punto  possiamo  porci  alcune  domande  su  ciò  che  è veramente  successo  su  quel  «monte«  (Gen  22,2)  su  cui  Abramo pensa  di  dover  sacrificare  il  proprio  figlio  Isacco.  Il  testo  ci  dice con  chiarezza  che  «Dio  mise  alla  prova  Abramo»  (22,1).  Forse la  prova  che  Abramo  deve  affrontare  come  ciascuno  di  noi  è  di comprendere  quanto  Isacco  sia  importante  non  per  quello  che significa  come  figlio,  ma  per  quello  che  è  come  persona  chiamata  a  piena  libertà.  Alla  fine  del  racconto,  l’angelo  del  Signore rinnova per Abramo la benedizione e in un certo modo la dilata:

«Ti  colmerò  di  benedizioni  e  renderò  molto  numerosa  la  tua  discendenza,  come  le  stelle  del  cielo  e  come  la  sabbia  che  è  sul lido  del  mare»  (22,17).  Dopo  l’immolazione  dell’ariete,  sembra che  Abramo  abbia  ritrovato  più  serenità  e  un  coraggio  dilatato per sperare senza pensare di dover sacrificare. Laddove gli scribi sembrano  infastiditi  dal  fatto  che  Gesù  alleggerisca  il  peso  interiore  di  questo  paralitico,  siamo  chiamati  a  imparare  a  preferire sempre  ciò  che  rende  la  vita  più  vivibile  e  non  ciò  che  la  rende più pesante e difficile.

Tutti, da Abramo, al paralitico, a ciascuno di noi, possiamo sperare di più ritrovando il nostro «coraggio». Come un vero padre, il Signore Gesù riaccende in tutti i suoi figli la possibilità di sperare in un incremento di vita. Anche e proprio quando mette a disagio, creando scompiglio nei cuori di quanti sono detentori del controllo e del potere: «Allora alcuni scribi dissero fra sé: “Costui bestemmia”» (Mt 9,3). Davanti a questa reazione degli scribi, il Signore non reagisce con il silenzio e non manca di mettere in chiaro una cosa fondamentale: la malvagità per eccellenza e il fondamento di ogni male stanno nel non credere che sia «più facile» (9,5) e, soprattutto, più importante guarire il «cuore» (9,4) dal malvagio pensiero che non si possa migliorare. Non solo, si può persino ritrovare l’interezza e la pienezza del proprio volto di umanità. Tutto il resto poi viene in modo urgente e naturale: «Àlzati e cammina» (9,5).

Signore Gesù, tu sei il figlio amato dal Padre e nel tuo mistero pasquale ci hai rivelato di quale amore è capace il suo cuore, pur di liberarci dalla morsa dei nostri egoismi e dei nostri attaccamenti. Non lasciare che il cuore dimentichi che nulla ti è più gradito della libertà che rende la vita forse non più facile, ma di certo più leggera da portare.

Leggi il Vangelo di oggi

Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 1-8

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».

Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.

Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore

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