Il commento al Vangelo di oggi è a cura dei padri Dehoniani.
S. Bonifacio, vescovo e martire (memoria)
Indice
VII settimana di Pasqua – III settimana del salterio
Il tuo nome è Accompagnare, alleluia!
È bello notare come la comunità, pur scoppiando in lacrime per il dolore della separazione, non trattenga Paolo ma lo accompagni «fino alla nave» (At 20,38). Con questo gesto di partecipazione all’esodo di Paolo, tutta la comunità si fa compagna del suo pellegrinaggio verso la morte perché sia occasione di testimonianza alla grazia del vangelo. Nella forza della risurrezione la morte si trasforma in un evento atteso pur essendo sempre inatteso e, talora, persino temuto.Da parte sua pure il Signore Gesù, lungi dal proteggere i suoi discepoli dal doversi misurare con il fallimento pasquale, li inizia e li prepara alla duplice esperienza di dolore. I discepoli dovranno separarsi dal loro Maestro e accogliere il possibile rifiuto da parte di quel «mondo» in cui sono mandati e di cui comunque rimangono ospiti e pellegrini. Come si esprimeva, con il suo tono profondamente e veramente profetico, il cardinale Marty, «la Chiesa è chiamata davanti al tribunale del mondo.
L’originalità cristiana non sta nel credere in un certo aldilà, ma consiste nel sapersi chiamati a condividere – oggi e domani qui e nell’aldilà – la Vita eterna. Non è neppure l’impegno nella lotta per la giustizia ma in questa stessa lotta essere capace di rivelare il volto del Crocifisso».1
Se questa è la missione della Chiesa nel mondo e per il mondo, il compito che abbiamo quali discepoli e come con-discepoli è di accompagnarci e sostenerci nel «dare ragione della speranza» (1Pt 3,15) che è in noi davanti al tribunale di questo mondo, che ci chiede conto della nostra fedeltà al vangelo. Proprio il confronto talora duro con il mondo che ci giudica senza più accettare di essere giudicato dalla Chiesa, ci permette, fortunatamente, di fare il punto circa la nostra adeguatezza o meno a comparire davanti al tribunale di Cristo. Il tribunale del vangelo non giudica nessuno nel senso della colpevolizzazione o della vergogna, ma ci rivela a noi stessi mettendo in luce il grado della nostra consapevolezza e la verità della nostra responsabilità.
Proprio mentre la nave sta per salpare, Paolo si fa accompagnare, e lasciandosi accompagnare non smette di rimanere un compagno di viaggio attraverso la consegna di una parola capace di orientare e sostenere: «In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”» (At 20,35).
Non diversamente, anzi ancor più profondamente, lo stesso Signore Gesù, mentre la nave della sua passione sta già mollando gli ormeggi per traversare la tempesta dell’odio e i marosi del rifiuto – i più ombrosi –, ci ricorda e ci affida il segreto del suo essere per noi rivelazione del Padre con queste parole: «Io li custodivo nel tuo nome» (Gv 17,12). Ora tocca a noi di custodire accompagnando e di accompagnare custodendo, lasciando che altri offrano a noi stessi questo servizio di amore per evitare di essere preda dei «lupi rapaci» (At 20,29).
Signore risorto, tu continui ad accompagnarci nel nostro cammino di vita e ti fai per noi porto di partenza e porto di arrivo. Donaci il tuo Spirito: la sua brezza leggera e profumata gonfi le vele del nostro cuore, perché sia come una nave sicura che attraversa gli oceani della vita senza paura. Alleluia!
1 F. Marty, Toute ma vie j’ai cherché Dieu, Cerf, Paris 1994.
Leggi il Vangelo di oggi
Siano una cosa sola, come noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17, 11b-19In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.