don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 15 Ottobre 2022

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“chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini”

Sentirsi riconosciuti è un’esperienza molto gratificante in cui qualcuno ci attribuisce un valore per qualcosa che abbiamo fatto, di cui siamo autori, o, ancora di più, ci riconosce un valore per quello che siamo.

Essere riconosciuti è come uscire dall’anonimato e essere messi in luce, è una “nascita sociale”. Quando non sei riconosciuto quello che sei o che hai fatto è come se non fosse mai esistito. Riconoscere Gesù è apprezzare il valore della sua opera, ovvero la salvezza, la redenzione che ti ha offerto.

Riconoscere Gesù è avere stima della sua parola, adorazione per la sua divinità. Gesù ha molto in considerazione il tipo di riconoscimento che gli attribuisci davanti agli altri ed è pronto a ricambiarlo allo stesso modo davanti a tutta la sua coorte celeste. 

Che bello quando incontriamo uno sconosciuto e ci saluta con ammirazione perché altri hanno parlato bene di noi. Se parli bene di Gesù quaggiù, ti basterà appena “mettere piede” nell’eternità di Dio, per essere riconosciuto e stimato da tutti. Gesù parlerà molto bene di te in tutto il suo Regno.


Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.

La vita eterna, è il dono che Gesù fa a chi è disposto a riconoscerlo davanti agli uomini.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,8-12
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Parola del Signore.

Fonte: il canale Telegram di don Vincenzo Marinelli