02 OTTOBRE – VENTISETTESIMA DOMENICA T. O . [C]
“Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘sràdicati e vai a piantarti nel mare’, ed esso vi obbedirebbe”.
Operatore di ogni miracolo è il Padre celeste. Il Padre celeste può operare un miracolo direttamente per compassione, per amore, per sua grande misericordia. Ma può anche operare un miracolo su richiesta di ogni suo figlio. Gesù oggi dice ai suoi apostoli: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: sràdicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirà”.
Quale verità, alta e profonda, è nascosta in questa frase di Gesù Signore? Partiamo dalla verità della fede. Chiediamo: cos’è la fede? Essa è purissima obbedienza ad ogni parola – ripeto: ad ogni parola – che è uscita, esce, uscirà dalla bocca di Dio. Se io ascolto la Parola del Signore, il gelso della mia vita subito sarà piantato nel cuore di Cristo Gesù e attingendo da esso ogni linfa di vita eterna, produrrà sempre ottimi frutti di salvezza e di redenzione per il mondo intero.
Una volta che il mio gelso è piantato nel cuore di Cristo per aver io ascoltato la sua Parola – fede discendente – posso io chiedere a Cristo Gesù che questo o quel particolare gelso venga anch’esso piantato nel suo cuore al fine di produrre anch’esso frutti di vita eterna. Più cresce in obbedienza la fede discendente e più crescerà anche in ascolto la fede ascendente.
Nessuno può dire a Cristo Gesù che pianti un gelso nel suo cuore, se non dal nostro gelso che è piantato nel cuore di Cristo Gesù e vive di obbedienza perfetta. I frutti della fede ascendente sono prodotti dall’albero della fede discendente. Più cresce l’albero della fede discendente e più copiosi saranno i frutti della fede ascendente. Dio Parla e noi lo ascoltiamo, mettiamo in pratica la sua Parola, trasformandola in nostra vita. Noi parliamo al Signore, il Signore ascolta e trasforma la nostra parola in storia. Fede perfetta. Questa fede fa cristiana ogni vita.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 17,5-10
Cosa si deve sempre fare per poter dire: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”?. Dobbiamo obbedire ad ogni dono, carisma, ministero, vocazione, missione affidati a noi dallo Spirito Santo. Questa è l’obbedienza generale, è obbedienza cioè per ogni singolo cristiano. Poi deve questa obbedienza essere accompagnata dall’obbedienza particolare, personale.
All’obbedienza del cristiano il vescovo deve aggiungere l’obbedienza propria del vescovo e così il presbitero, il diacono, il cresimato, il battezzato, il dottore, il profeta, il maestro. Vale anche per il re, il principe, il presidente, il ministro, il legislatore, il magistrato, il giudice, il filosofo, lo scienziato, il professore, l’artigiano, l’impiegato, il datore di lavoro, lo sposato, il celibe, l’uomo, la donna, l’anziano, il giovane, lo studente, l’apprendista, il padre, la madre, il figlio.
Se non si vive sia la giustizia universale che quella particolare, mai possiamo dire di aver fatto quanto ci è stato chiesto. Chi è senza giustizia universale sarà sempre senza giustizia particolare. Per fare una volontà di Dio, per eseguire ogni suo comando, per dare ascolto ad ogni suo desiderio particolari, manifestati ad una persona o ad un gruppo di persone, è necessario abitare, dimorare nella Volontà universale del Signore nostro Dio. Per il cristiano è obbligo abitare nel Vangelo, nella verità, nella giustizia universali, se si vuole obbedire ad ogni volontà particolare.
È necessario che ognuno sappia che mai si potrà compiere una particolare volontà del nostro Dio se non si vive nella sua volontà universale. La volontà universale è l’osservanza delle sue Leggi, dei suoi Statuti, dei suoi Decreti. Per noi cristiani volontà universale del Signore è la nostra abitazione nel suo Vangelo. Urge convincersi: mai potrà esistere obbedienza particolare senza obbedienza universale. Ma perché è necessario abitare nella volontà universale per chi vuole obbedire ad una volontà particolare? Perché nessuna volontà particolare potrà essere portata a compimento senza la grazia del Signore e la grazia è data a chi abita nella volontà universale.
Chi vuole annunciare il Vangelo deve vivere secondo il Vangelo. Chi vuole ricordare i Comandamenti deve dimorare in essi. Non solo per testimoniare con la vita la loro purissima verità, ma anche per essere noi pieni di grazia e di Spirito Santo per poterli annunciare. Senza la grazia del Signore e privi dello Spirito Santo, sempre sostituiremo la Parola di Dio con le nostre parole. Muore la missione particolare sempre quando è morta in noi l’obbedienza universale.
Senza l’obbedienza universale neanche possiamo pregare il Signore. Dal peccato nessuna preghiera è gradita al Signore. Sempre si è nel peccato quando si è fuori dall’obbedienza alla volontà universale del nostro Dio. Con calunnie, menzogne, mormorazioni, falsità, odio nel cuore non si può andare a pregare. La Madre di Dio ci faccia vivere di Vangelo.
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