“Guai a voi”, ancora una durissima requisitoria di Gesù. Sotto accusa è l’ipocrisia dei farisei e dei dottori della legge paragonati a “sepolcri imbiancati”. Ci fa riflettere questa espressione, perché si tratta di un’immagine che parla da sola: sepolcri, quindi luoghi di morte, in cui c’è una totale negazione di vita, nel cuore, nel luogo in cui traggono origine e si portano a compimento le relazioni.
Luoghi loschi, invisibili alla gente che vi passa sopra senza saperlo. E come dargli torto, sembra un rimprovero rivolto a noi quando diventiamo esperti dei dettagli delle questioni, e ci perdiamo quasi sempre le visioni d’insieme. Così siamo disposti a fare le guerre per difendere i principi e ci dimentichiamo l’amore che dovrebbe essere alla base di tutto, prima ancora dei principi.
E ancora Gesù che ci ricorda che noi non siamo i posti che occupiamo ma quello che siamo nella parte più vera di noi, il nostro cuore. Siamo esperti di vite altrui e le nostre vite invece sono dei veri disastri. Il miglior aiuto che possiamo dare agli altri è la testimonianza della nostra vita.
In Dio, giustizia e amore non si possono distinguere, e non sono in antagonismo, come spesso accade tra gli uomini. Amore e giustizia sembrano antitetici, quasi l’uno contro l’altro, ma Gesù li accosta e li unifica, perché tra amore e giustizia c’è il suo sguardo, la sua carne, il suo vegliare sempre su di noi e su ogni nostro agire.
Nella sua Parola, sulla quale si gettano le reti di ogni scelta, ciò che pare, per mille motivi, inconciliabile, trova compimento e pienezza.
Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,42-46
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Parola del Signore.
Fonte: Arcidiocesi di Pisa – https://t.me/AscoltaEMedita
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