“Padre”
C’è chi fa difficoltà a pregare il Padre Nostro, perché non ha mai potuto conoscere chi era suo padre, e non immagina nemmeno cosa significhi chiamare una persona così. C’è chi al contrario pur avendo un padre, non ha ricevuto affetto e protezione come avrebbe desiderato, ed ha un brutto ricordo di lui.
Ma cosa vuol dire per te rivolgerti a Dio chiamandolo Padre? Non senti un brivido nel cuore quando sulle tue labbra pronunci una parola così familiare per Colui che ha la dignità più alta nell’universo? Non avverti all’improvviso un senso di rassicurazione e di protezione sapendo che sei figlio dell’Onnipotente?
Non provi una sensazione di audacia e di stabilità sapendo di essere guidato da Colui che ha ogni cosa sotto il suo volere? E che l’universo intero obbedisce alla sua volontà? Non percepisci la ricchezza e il valore che possiede ogni secondo del tuo tempo sapendo che sei stato pensato e desiderato da Colui che è eterno?
Questo Padre è Colui che dà senso ad ogni figliolanza tra le creature. Non importa quale sia stato il tuo rapporto con il tuo padre terreno.
Se entri nel mistero della paternità di Dio, capirai ancor meglio il tuo essere figlio, che non hai più nulla da temere e che nulla potrà mai mancarti.
Signore, insegnaci a pregare.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Parola del Signore.
Fonte: il canale Telegram di don Vincenzo Marinelli