Letture patristiche: DOMENICA della «PREPARAZIONE ALLE NOZZE» – 7 Agosto 2022

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Letture patristiche

Domenica della «PREPARAZIONE ALLE NOZZE»

XIX del Tempo Ordinario C

Lc 12,32-48; Sap 18,3.6-9; Sal 32; Eb 11,1-2.8-19

DISCORSO 108

SULLE PAROLE DEL VANGELO DI LC 12, 35-36:
“I VOSTRI FIANCHI SIANO CINTI E LE LAMPADE ACCESE” ECC.
E SULLE PAROLE DEL SALMO 33, 12-15: “QUAL È L’UOMO CHE BRAMA LA VITA” ECC.

di sant’Agostino, vescovo (PL 38, 632-636)

Dobbiamo aspettare la venuta del Signore.

1. Nostro Signore Gesù Cristo non solo è venuto agli uomini ma si è anche allontanato dagli uomini e tornerà agli uomini. Egli tuttavia era già sulla terra allorché venne e non se ne andò quando se ne allontanò, e tornerà da coloro ai quali disse: Ecco, io sarò con voi sino alla fine del mondo1. Egli dunque conforme alla natura di schiavo, presa per noi, nacque in un dato tempo, fu ucciso e risuscitò e non muore più e la morte non avrà più potere su di lui2; conforme invece alla divinità, per cui è uguale al Padre, era in questo mondo e il mondo fu creato per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe 3.

A proposito di ciò avete sentito poco fa quale ammonimento ci ha rivolto il Vangelo, mettendoci in guardia e volendo che siamo liberi e preparati nell’attesa degli ultimi eventi, in modo che dopo i novissimi che sono da temere in questo mondo, venga il riposo che non ha fine. Beati coloro che ne diverranno partecipi. Saranno allora sicuri coloro che ora non lo sono e viceversa avranno allora paura coloro che ora non vogliono averla. È per questa aspettativa e per questa speranza che siamo diventati cristiani. Non è forse vero che la nostra speranza non ha di mira questo mondo? Non dobbiamo amare il mondo. Siamo stati chiamati a separarci dall’amore di questo mondo, affinché speriamo e amiamo un altro mondo. In questo mondo dobbiamo astenerci da tutti gli illeciti desideri, ossia dobbiamo avere i fianchi cinti e dobbiamo essere pieni d’ardore e risplendere per le opere buone, cioè avere le lampade accese. Infatti lo stesso Signore in un altro passo del Vangelo disse ai suoi discepoli: Nessuno accende la lampada per metterla sotto il moggio ma su un candeliere affinché faccia luce a tutti coloro che sono in casa 4. E per far capire di che cosa parlava, soggiunse: Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro ch’è in cielo 5.

Tre precetti insegnati nel Vangelo.

2. Il Signore vuole quindi che siamo pronti con la cintura ai fianchi e le lampade accese. Che significa: “avere la cintura ai fianchi”? Fuggi il male6. Che significa: “risplendere e avere le lampade accese”? Vuol dire: e fa’ il bene7. E che vuol dire ciò che soggiunse e disse: E voi siate simili ai servi che aspettano il loro padrone che deve tornare da una festa di nozze 8? Vuol dire solo ciò che segue nello stesso salmo: cerca la pace e perseguila 9. Questi tre precetti, cioè l’astenersi dal male, compiere il bene e sperare nel premio eterno sono ricordati negli Atti degli Apostoli, dove sta scritto che Paolo li istruiva sul dovere della continenza, della giustizia e sulla speranza della vita eterna 10.

Alla continenza si riferisce il precetto d’essere pronti con la cintura ai fianchi11, alla giustizia quello d’avere le lampade accese 12; al dovere di aspettare il Signore si riferisce la speranza della vita eterna. Fuggi dunque il male: ecco la continenza, è questo che significa avere la cintura ai fianchi; e fa’ il bene, ecco la giustizia, ecco le lampade accese; cerca la pace e perseguila, ecco l’aspettativa del mondo avvenire; siate dunque simili a quei servi che aspettano il loro padrone che deve tornare da una festa di nozze.

Invano si cerca quaggiù una vita felice.

Poiché dunque abbiamo questi precetti e queste promesse, perché mai bramiamo di vivere una vita felice 13sulla terra, ove non potremo trovarla? So infatti che desiderate giorni sereni quando siete malati o vi trovate nelle sofferenze, che in questo mondo sono abbondanti. Effettivamente, quando il tempo della vita volge al tramonto, anche un vecchio è pieno d’acciacchi e vuoto di gioie. In mezzo a tutte le tribolazioni da cui è oppresso il genere umano, non si cercano che giorni felici e si desidera una lunga vita che non si può avere. Poiché anche la lunga vita d’un uomo è talmente limitata per la sua brevità rispetto all’estensione della vita futura come se fosse una goccia rispetto a tutto il mare. Che cos’è dunque la vita d’un uomo, anche quella che si chiama lunga? Si chiama lunga la vita che in questo mondo è breve, e – come ho detto – sono abbondanti i gemiti fino all’età decrepita. Tutto questo spazio di tempo è breve ed esiguo, e tuttavia quanto è desiderato dagli uomini, con quanta diligenza e fatica, con quanta cura, premura e industria gli uomini bramano di vivere e invecchiare quaggiù! Ma lo stesso vivere a lungo cos’altro è se non una corsa verso la fine? Hai avuto il giorno di ieri, desideri avere anche quello di domani. Ma quando sarà passato anche questo domani, non lo hai più. Tu quindi desideri che spunti un nuovo giorno affinché si avvicini a te la fine alla quale non vuoi arrivare. Tu dai una festa ai tuoi amici e in quell’occasione senti farti tanti auguri: “Lunghi anni di vita”; e tu desideri che si avveri il loro augurio. Che dire? Desideri che vengano molti altri anni e non vuoi che venga la fine degli anni? I tuoi desideri sono contraddittori: vuoi camminare, ma non vuoi arrivare.

Dove cercare giorni e vita felici.

4. Tuttavia – come ho già detto – se negli uomini è insita tanta sollecitudine per cui, a prezzo di fatiche quotidiane, dure e senza un attimo di riposo, desiderano di morire il più tardi possibile, con quanta cura si dovrebbe fare in modo di non morire giammai? A ciò non vuole pensare nessuno. Ogni giorno si cerca di avere giorni felici in questo mondo, ove non si trovano, ma nessuno vuol vivere in modo da giungere dove si trovano. Ecco perché la medesima Scrittura ci esorta e dice: Qual è l’uomo che brama la vita e desidera vedere giorni felici?14. Questa è la domanda fatta dalla Scrittura per sapere quale risposta le sia data, pur sapendo che tutti gli uomini cercano d’avere la vita e giorni felici. Essa rivolge la domanda conforme al loro desiderio come se dal cuore di tutti le venisse risposto: “Lo desidero io”, e dice così: Qual è l’uomo che brama la vita e desidera vedere giorni felici? Allo stesso modo anche adesso che vi parlo, quando mi avete sentito dire: Qual è l’uomo che brama la vita e desidera vedere giorni felici? tutti in cuor vostro avete risposto: “Io”. D’altra parte anch’io che vi parlo desidero la vita e giorni felici: cerco d’avere anch’io ciò che cercate d’avere voi.

Non si deve cercare la vita felice quaggiù.

5. Supponiamo che a tutti noi fosse necessario dell’oro e io desiderassi trovarlo insieme con voi; supponiamo che l’oro fosse in qualche posto del vostro campo, in un posto di vostra proprietà e vi vedessi cercare l’oro e vi domandassi: “Che cercate?”, voi mi rispondereste: “Cerchiamo dell’oro”: Io però vi direi: “Voi cercate l’oro, lo cerco anch’io; cerco anch’io ciò che cercate voi, ma voi non lo cercate ove possiamo trovarlo. Sentite dunque da me ove possiamo trovarlo; io non ve lo ruberò ma vi mostrerò solo il posto; anzi andiamo tutti dietro a colui che sa ove si trova quel che cerchiamo”. Allo stesso modo anche adesso, poiché desiderate la vita e giorni felici, non possiamo dirvi di non desiderare la vita e giorni sereni, ma vi diciamo: “Non cercate la vita e giorni felici quaggiù in questo mondo, dove i giorni non possono essere lieti”. La vita stessa non è forse simile alla morte? Gli stessi giorni poi passano in fretta; poiché il giorno di oggi ha scacciato quello di ieri: quello di domani sorgerà per respingere quello di oggi. Gli stessi giorni non stanno fermi e tu perché vuoi stare fermo con essi? Il vostro desiderio dunque per cui desiderate una vita e giorni felici, non solo non lo soffoco ma lo infiammo anche di più. Dovete certamente cercare la vita, cercare giorni sereni; ma si cerchino dove possono trovarsi.

Che fare per ottenere giorni felici.

6. Volete dunque udire con me il consiglio di Colui che sa dove sono i giorni felici e dov’è la vita? Non dovete sentirlo dire da me, ma insieme con me. Poiché un Profeta ci dice: Venite, figli, ascoltatemi 15. Accorriamo quindi e rimaniamo al nostro posto, stiamo ben attenti e con lo spirito cerchiamo d’intendere il Padre che dice: Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore16. E per indicarci che cosa vuole insegnarci, e a che cosa è utile il timore del Signore, seguita dicendo: Qual è l’uomo che desidera la vita e brama di vedere giorni felici?17. Rispondiamo tutti: “Lo desideriamo noi”. Ascoltiamo dunque ciò che segue: Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra non proferiscano inganno18. Di’ ancora adesso: “Lo desidero”. Prima, quando dicevo: Qual è l’uomo che desidera la vita e brama vedere giorni felici? ognuno di voi rispondeva: “Io”. Orbene mi si risponda ugualmente adesso: “Io”. Frena dunque la tua lingua dal male e le tue labbra non proferiscano inganno. Di’ ora: “Io”.

Desideri dunque giorni sereni e la vita ma non vuoi trattenere la tua lingua dal male e le tue labbra dal proferire inganno. Sei pronto per ricevere la ricompensa, ma sei pigro per il lavoro. Ma a chi si dà la ricompensa, se non lavora? Volesse il cielo che tu dessi la mercede almeno a chi lavora in casa tua! Sì, perché so che non la dai a chi non lavora. Perché? Perché a chi non lavora non devi nulla. Anche Dio ci ha proposto la ricompensa. Quale ricompensa? La vita e i giorni felici, che tutti desideriamo e ai quali cerchiamo di arrivare tutti. Egli ci darà la ricompensa promessa. Quale ricompensa? La vita e i giorni felici. E quali sono i giorni felici? La vita senza fine e il riposo senza fatica.

Frenare la lingua.

7. Ci ha promesso una gran ricompensa: in relazione a una sì gran ricompensa che ci ha promessa, vediamo che cosa ci ha comandato. Orbene, infiammati da questa magnifica promessa e dall’amore per una sì preziosa ricompensa, cerchiamo di preparare fin d’ora per ubbidirgli le nostre forze, i fianchi e le braccia. Ci ordinerà forse di portare gravi pesi, di zappare forse un pezzo di campo, d’innalzare una grande costruzione? Non ti comanda un lavoro faticoso ma ti comanda di frenare proprio il membro che fra tutti gli altri muovi più facilmente: Trattieni la tua lingua dal male. Non è fatica erigere una costruzione ed è fatica trattenere la lingua? Trattieni la tua lingua dal male. Non dire bugie, non denigrare nessuno, non proferire calunnie, non testimoniare il falso, non bestemmiare. Trattieni la tua lingua dal male.

Considera come ti sdegni se uno parla male di te; come t’irriti contro un altro, quando parla male di te, così devi irritarti contro te stesso quando parli male d’un altro. Le tue labbra non proferiscano inganno. Manifesta all’esterno con la parola ciò che hai dentro di te, nel tuo cuore. La lingua non deve proferire una cosa diversa da quella nascosta nel cuore. Fuggi il male e fa’ il bene. Perché, in qual modo potrò dire a uno: “Vesti chi è nudo” se ancora vuole spogliare chi è vestito? Giacché se uno opprime un suo concittadino, come potrà accogliere un forestiero? Dunque, ordinatamente, prima fuggi il male e fa’ il bene, prima cingiti i fianchi e poi accendi le lampade. E quando avrai fatto così, aspetta sicuro la vita e i giorni felici. Cerca la pace e perseguila 19; e allora con fiducia dirai al Signore: “Ho fatto quel che mi hai ordinato, dammi ciò che hai promesso”.

Note

1 – Mt 28, 20.

2 – Rm 6, 9.

3 – Gv 1, 10.

4 – Mt 5, 15.

5 – Mt 5, 16.

6 – Sal 33, 15.

7 – Sal 33, 15.

8 – Lc 12, 36.

9 – Sal 33, 15.

10 – At 24, 25.

11 – Lc 12, 35.

12 – Lc 12, 35.

13 – Cf. Sal 33, 13; 1 Pt 3, 10.

14 – Sal 33, 13.

15 – Sal 33, 12.

16 – Sal 33, 12.

17 – Sal 33, 13.

18 – Sal 33, 14.

19 – Sal 33, 15

 

Lunedì 1° agosto 2022

Abbazia Santa Maria di Pulsano