Paolo Curtaz commenta il Vangelo di domenica 18 Agosto 2024 – Rito Ambrosiano

Commento al brano del Vangelo du Luca 7, 1b-10

Che sostanziale differenza c’è fra l’atteggiamento dei notabili di Cafarnao che “raccomandano” il centurione romano e lo stesso centurione! I primi cercano di convincere Gesù perché l’ufficiale è un buon benefattore e va accontentato, il secondo chiede aiuto al Maestro non per sé, ma per un suo subalterno che non conta nulla! I primi mettono il calcolo e il tornaconto al centro delle loro scelte, il secondo, pagano, ha colto l’essenziale del vangelo mostrando come la preghiera sia anzitutto dono di sé a Dio per chi ci sta accanto.

È tutto un gioco di cortesie il rapporto fra il centurione e gli ebrei, e fra Gesù e il centurione. È un uomo buono, non solo ha collaborato al finanziamento della sinagoga, ma prende a cuore le sorti di un suo subalterno, disturbando addirittura l’ospite di Pietro. È un uomo buono e pieno di fede: non ha bisogno della presenza del Rabbì, gli basta una parola così come egli, con una parola, riesce a comandare ai suoi subalterni senza preoccuparsi di verificare l’esecuzione dell’ordine.

Gesù si stupisce e loda pubblicamente la fede del romano: gentile e timoroso di disturbare, manifesta una fede incrollabile, la fiducia che, qualunque cosa succeda, certamente il suo servo sarà guarito.

Com’è bello stupire il Signore con la nostra fede! Com’è bello pensare che egli possa commuoversi davanti ai nostri gesti pieni di fiducia e di abbandono! E com’è bello sapere che questi gesti di fede non provengono necessariamente dai credenti, dai devoti, ma anche da chi, come il centurione, è ai margini della religiosità. Dio sa vedere la fede non solo nei suoi figli e si sa stupire di chi, pur non avendolo conosciuto, pur conducendo una vita difforme dai precetti del vangelo, pone dei gesti di fede cristallina come, ahimè, noi discepoli a volte non sappiamo porre.

Solo se la nostra fede diventerà trasparente e disinteressata, ferma e risoluta, gentile e concreta potremo conoscere la profondità del mistero di Cristo. Iniziamo la settimana con questa determinazione, portiamo a Cristo nella preghiera le persone che abbiamo accanto e che sono in pena e, soprattutto, imitiamo la splendida generosità del pagano che sa stupire anche Dio!

Paolo Curtaz

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