33ª domenica ordinaria
Portare frutto nel tempo dell’attesa.
Il libro dei Proverbi termina con l’elogio della «perfetta padrona di casa».
Questo brano è stato scelto come prima lettura per sottolineare l’operosità con cui si deve attendere e preparare l’incontro con il Signore.
Il discepolo di Gesù non può e non deve attendere in maniera passiva la venuta del suo Signore, deve invece essere abile e attivo amministratore dei doni di grazia che ha ricevuto.
Nella seconda lettura, Paolo ricorda ai Tessalonicesi che il ritorno del Signore sarà un evento improvviso ma certo. Di fronte alla certezza del ritorno del Signore (parusía) e all’incertezza del «quando», l’apostolo esorta i cristiani a comportarsi da «figli della luce». Il «quando» verrà il giorno del Signore è di importanza relativa, molto più importante è che il Signore trovi i Tessalonicesi pronti quando tornerà.
Il vangelo, infine, ci ricorda che i doni che abbiamo ricevuto da Dio dobbiamo farli fruttificare con iniziativa e impegno personale, per rispondere così alla fiducia che lui ha riposto in noi. Alla sua venuta egli ci darà una ricompensa infinitamente superiore alla nostra fatica, vale a dire la gioia di vivere per sempre con lui.