Rito Ambrosiano – Commento al Vangelo di domenica 10 Gennaio 2021

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BATTESIMO DEL SIGNORE

Anno B – Rito Ambrosiano – 10 gennaio 2021

Gloria e lode al tuo nome, Signore

  • LETTURA Isaia 55,4-7. L’ho costituito testimone fra i popoli, sovrano sulle nazioni; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano.
  • SALMO 28 (29): Gloria e lode al tuo nome, Signore.
  • EPISTOLA, Efesini 2,13-22. Per mezzo di lui possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito VANGELO, Marco 1,7-11. Il battesimo del Signore nella narrazione di Marco In quel tempo, 7Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendeva verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Fratelli, sorelle,

nella domenica del Battesimo del Signore (10 gennaio 2021), celebriamo l’epifania delle acque che scorrono e dei cieli che si aprono: “e subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli”, dice il Vangelo. C’è movimento e compiacimento. Acque che scorrono sul corpo di Gesù e la colomba dello Spirito che volteggiando gli danza intorno, mentre una voce che proviene dal cielo si compiace della bellezza del Figlio di Dio, diventato anche figlio dell’uomo.

L’inizio del vangelo di Marco

È Gesù che va deciso verso il luogo della Sua piena manifestazione: “Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. Mentre gli inizi dei vangeli di Matteo e di Luca raccontano dell’infanzia di Gesù e Giovanni nel Prologo identifica Gesù in Colui che sta in Principio, Marco vede gli inizi di Gesù tra noi col Battesimo al Giordano. È un Gesù adulto che ci sta davanti. Ha ben chiaro un progetto e la mèta è precisa. Anche Giovanni Battista, prima che Gesù gli compaia davanti, è consapevole di ciò che lo differenzia da Lui: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”: io sto all’acqua come Colui che sta per venire sta allo Spirito santo: vi battezzerà “in Spirito santo e fuoco”, preciserà Luca (3,20).

La determinazione di Gesù e la consapevolezza di Giovanni Battista rispondono a una precisa prospettiva di salvezza: “Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro (…) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato” (D. Bonhoeffer, Riconoscere Dio al centro della vita).

“Vide… lo Spirito”

Ed è come se nel Battesimo di Gesù si esprimesse appieno la vita stessa di Dio. Mentre Gesù risale dall’acqua, ecco “i cieli che si squarciano” e lo Spirito che come una colomba Lo raggiunge, volteggiandoGli attorno: “e subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendeva verso di lui come una colomba”. Il Battesimo di Gesù è anzitutto uno Spirito santo che si sente e che si percepisce. Che Si mostra e non puoi non vedere. In netto contrasto con una immagine vecchia e statica di Dio – un ‘motore immobile’ senza relazioni e sentimenti –, il Dio che Gesù ci regala a partire dal Suo Battesimo è un Dio che Si muove, che Si fa sentire sprigionando una danza che ti coinvolge nel suo ritmo gioioso.

E si noti che, stando al racconto di Marco, il movimento di questo volo dello Spirito, della Sua danza, è anzitutto rivolto a Gesù, Che per primo vede lo Spirito che Lo raggiunge: “uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito (che) discendeva verso di lui”. Come se lo Spirito santo altro non volesse che danzare per grazia davanti al Suo capolavoro. Anche Nietzsche affermava: “Potrei credere solo in un Dio che sappia danzare!”. Lo Spirito santo che, come una colomba volteggiante, raggiunge per primo Gesù, imprime in Lui quella forza d’amore che si dona senza misura e che Gesù continuerà a esercitare lungo tutta la Sua esistenza, sino alla fine: “Avendo amato i suoi li amò sino alla fine” (Gv 13,1). Avviando nel mondo la danza contagiosa dell’amore: “del tuo spirito Signore è piena la terra”.

“Tu sei il Figlio mio, l’amato…”

E il movimento divino nel contesto del Battesimo di Gesù continua la sua corsa: “e venne una voce dal cielo: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento’”. Non è più la parola degli antichi profeti che riportavano a Dio, neppure la voce del Precursore che Lo precede con la sua voce. È la stessa voce di Dio che risuona e si rivolge a Gesù direttamente: “Tu sei il Figlio mio…”. RiconoscendoSi, ritrovandoSi appieno in Lui, nella Sua umanità, nella Sua carne di Figlio dell’uomo. Sino a compiacerSi, a congratularSi per questa Sua decisione d’amore. Che ha mosso Gesù dalla Galilea delle genti alle rive del Giordano per farSi battezzare. MettendoSi in fila con i peccatori che aspettavano il loro momento per ricevere il battesimo di penitenza di Giovanni.

Che citando Isaia, nella sinagoga di Nazareth, dirà. “Lo Spirito santo è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi…” (Lc 4,14-22). È di questa umanità che il Padre si compiace, mentre Gesù, il Figlio, è ricolmo di Spirito santo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento”. Ed è consolante questo compiacimento divino. Come la prima parola del vangelo di Marco, come la prima parola con la quale Dio Si dice in Gesù e a partire da Lui a ciascuno di noi viene ripetuta. Non un dio che giudica, ma un Dio che Si compiace. Che di ogni nostro piccolo passo verso l’amore semplicemente si rallegra e sorride.

don Walter Magni