Rito Ambrosiano – Commento al Vangelo di domenica 19 Maggio 2024 – don Walter Magni

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DOMENICA DI PENTECOSTE

Anno B – Rito Ambrosiano

Rallegratevi, giusti, nel Signore

Giovanni 14,15-20 In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: 15«Se mi  amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito  perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché  non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in  voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi  invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre  mio e voi in me e io in voi».  

Fratelli, sorelle, 

a Pentecoste (19 maggio 2024) la scena se la prende tutta lo Spirito Santo. Per questo osiamo  invocarlo così: Spirito santo, spalanca i portali delle nostre chiese all’ascolto e all’accoglienza.  Spirito “di verità” forza le nostre porte ancora chiuse, andando incontro alla gente portandoci nel  cuore il tuo fuoco d’amore. Facci capaci di porgere il vero con la tua dolcezza e quella trasparenza  che non ferisca la sensibilità della gente, sapendo attendere con chi dovesse pensare diversamente. 

Spirito che sta in principio 

E chi sei davvero tu, Spirito santo? Sei Colui che sta al principio di tutto, all’inizio di ogni cosa:  Colui che viene prima di tutto. E mentre “la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano  l’abisso”, Tu sei lo spirito di Dio che aleggiava sulle acque” (Gn 1,2). Sei Tu, dunque, lo Spirito  che tutto precedere, Colui che viene prima di ogni cosa. Prima di qualsiasi nostra teoria sull’origine  dell’universo. Prima di ogni mia ricerca, di qualsiasi forma di intelligenza.

Piuttosto Tu sei Il “Soffio di vita” che sta alla radice di ogni forma di vita, di qualsiasi espressione di esistenza. E se ci  sentiamo vivi è perché qualcosa di te intimamente ci attraversa e ci accompagna a partire da quel  sesto giorno della creazione, quando “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò  nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2,7). Siamo impastati del  fiato di Dio. Come se questo trapelare dello Spirito di Dio in ciascuna esistenza trovasse proprio in  Gesù la massima espressione.

Proprio come l’angelo dell’annunciazione dice a Maria che fatica a  comprendere – “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” -, svelandole in pienezza come  Dio si rende presente nella storia: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti  coprirà della sua ombra, perciò anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio” (Lc  1,34-35). Come recita il Credo: “e fu concepito per opera dello Spirito santo”. Solo nella luce di  vita dello Spirito ci è dato di comprendere la bellezza e la grandezza di Gesù.  

Lo Spirito di Gesù  

E la Parola non si serve di grandi spiegazioni per dire cosa fa propriamente lo Spirito santo. Si  serve piuttosto di alcune immagini ad effetto. Gesù stesso aveva osato paragonare lo Spirito al  vento che “soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è  di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,6); o all’immagine del fuoco: “Sono venuto a gettare fuoco  sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). Immagini plastiche che il Libro degli  Atti confermerà, incastonandole nel suo racconto di Pentecoste. Dio solo sa di quanto vento dello  Spirito abbisogniamo ancora, di quanto il Suo calore incandescente ci debba sempre trasformare. 

“Senza di Te i nostri orecchi non ascoltano e i nostri cuori non sanno custodire la Parola. Senza di  Te la nostra mente non comprende e i nostri cuori non sanno trovare la sapienza. Senza di te i nostri  occhi non vedono e i nostri cuori non sanno accogliere il tuo amore. Senza di te la nostra bocca non prega e i nostri cuori non sanno gridare ‘Abbà Padre’. Senza di te le nostri mani si chiudono e i  nostri cuori non sanno aprirsi ai fratelli. Senza di te non sappiamo incontrare l’altro e i nostri cuori  non sanno cosa sia l’amor” (Da “preghiere dei giorni, Bose). Che poi questo resta l’unico grande  scopo dello Spirito Santo: ridire, ricomporre continuamente Gesù in noi; nella Sua chiesa, nelle Sue  chiese. Così come Gesù stesso ci aveva preannunciato: “lo Spirito Santo che il Padre manderà nel  mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). 

Del tuo Spirito è piena la terra E lo Spirito di Gesù non solo ci precede e ci accompagna: sempre ci attende. Come recita  un’antifona di Pentecoste: del tuo Spirito, Signore, è piena la terra. Siamo pertanto chiamati a  fiutare, a intercettare il vento dello Spirito, là dove soffia così come a Lui piace e come vuole. Se a  noi è stato dato col sacramento della Confermazione, allora abbiamo la responsabilità di percepire e  discernere meglio tutti i sussulti e i gemiti dello Spirito, che sempre e ancora risuonano nel mondo.  Come quando S. Giovanni XXIII invitava la Chiesa a saper discernere senza indugiare i segni dei  tempi. O come ci ricordano i poeti: “Come barca in rada / vele afflosciate / annuso il vento / E urlo,  ai compagni a riva, / soci di sconfinamento, / il sogno dell’azzardo” (A. Casati).

Così ci sarà dato di  stupirci ancora del fatto che poi non dobbiamo inventare proprio niente, ma solo riconoscere che  ancora lo Spirito c’è e opera prima di noi, meglio di noi, più di noi. Come diceva il card. Martini:  “una delle tentazioni più sottili e perfide del Maligno è farci dimenticare la presenza dello Spirito,  facendoci cadere nella tristezza come se Dio ci avesse abbandonato in un mondo cattivo, con il  quale lottiamo ad armi impari, perché l’indifferenza, l’egoismo e la dimenticanza di Dio hanno il  sopravvento”. Forti dello Spirito, noi caparbiamente continueremo a ritenere che il bene è più forte  del male e la speranza più grande della disperazione e continueremo a dissotterrare lo Spirito dai  cuori più provati e affranti, sicuri del fatto che del tuo spirito, Signore, è piena la terra!

don Walter Magni