DOMENICA DI PENTECOSTE
Anno B – Rito Ambrosiano
Rallegratevi, giusti, nel Signore
Giovanni 14,15-20 – In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: 15«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».
Fratelli, sorelle,
a Pentecoste (19 maggio 2024) la scena se la prende tutta lo Spirito Santo. Per questo osiamo invocarlo così: Spirito santo, spalanca i portali delle nostre chiese all’ascolto e all’accoglienza. Spirito “di verità” forza le nostre porte ancora chiuse, andando incontro alla gente portandoci nel cuore il tuo fuoco d’amore. Facci capaci di porgere il vero con la tua dolcezza e quella trasparenza che non ferisca la sensibilità della gente, sapendo attendere con chi dovesse pensare diversamente.
Spirito che sta in principio
E chi sei davvero tu, Spirito santo? Sei Colui che sta al principio di tutto, all’inizio di ogni cosa: Colui che viene prima di tutto. E mentre “la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso”, Tu sei lo spirito di Dio che aleggiava sulle acque” (Gn 1,2). Sei Tu, dunque, lo Spirito che tutto precedere, Colui che viene prima di ogni cosa. Prima di qualsiasi nostra teoria sull’origine dell’universo. Prima di ogni mia ricerca, di qualsiasi forma di intelligenza.
Piuttosto Tu sei Il “Soffio di vita” che sta alla radice di ogni forma di vita, di qualsiasi espressione di esistenza. E se ci sentiamo vivi è perché qualcosa di te intimamente ci attraversa e ci accompagna a partire da quel sesto giorno della creazione, quando “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2,7). Siamo impastati del fiato di Dio. Come se questo trapelare dello Spirito di Dio in ciascuna esistenza trovasse proprio in Gesù la massima espressione.
Proprio come l’angelo dell’annunciazione dice a Maria che fatica a comprendere – “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” -, svelandole in pienezza come Dio si rende presente nella storia: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra, perciò anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio” (Lc 1,34-35). Come recita il Credo: “e fu concepito per opera dello Spirito santo”. Solo nella luce di vita dello Spirito ci è dato di comprendere la bellezza e la grandezza di Gesù.
Lo Spirito di Gesù
E la Parola non si serve di grandi spiegazioni per dire cosa fa propriamente lo Spirito santo. Si serve piuttosto di alcune immagini ad effetto. Gesù stesso aveva osato paragonare lo Spirito al vento che “soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,6); o all’immagine del fuoco: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). Immagini plastiche che il Libro degli Atti confermerà, incastonandole nel suo racconto di Pentecoste. Dio solo sa di quanto vento dello Spirito abbisogniamo ancora, di quanto il Suo calore incandescente ci debba sempre trasformare.
“Senza di Te i nostri orecchi non ascoltano e i nostri cuori non sanno custodire la Parola. Senza di Te la nostra mente non comprende e i nostri cuori non sanno trovare la sapienza. Senza di te i nostri occhi non vedono e i nostri cuori non sanno accogliere il tuo amore. Senza di te la nostra bocca non prega e i nostri cuori non sanno gridare ‘Abbà Padre’. Senza di te le nostri mani si chiudono e i nostri cuori non sanno aprirsi ai fratelli. Senza di te non sappiamo incontrare l’altro e i nostri cuori non sanno cosa sia l’amor” (Da “preghiere dei giorni, Bose). Che poi questo resta l’unico grande scopo dello Spirito Santo: ridire, ricomporre continuamente Gesù in noi; nella Sua chiesa, nelle Sue chiese. Così come Gesù stesso ci aveva preannunciato: “lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26).
Del tuo Spirito è piena la terra E lo Spirito di Gesù non solo ci precede e ci accompagna: sempre ci attende. Come recita un’antifona di Pentecoste: del tuo Spirito, Signore, è piena la terra. Siamo pertanto chiamati a fiutare, a intercettare il vento dello Spirito, là dove soffia così come a Lui piace e come vuole. Se a noi è stato dato col sacramento della Confermazione, allora abbiamo la responsabilità di percepire e discernere meglio tutti i sussulti e i gemiti dello Spirito, che sempre e ancora risuonano nel mondo. Come quando S. Giovanni XXIII invitava la Chiesa a saper discernere senza indugiare i segni dei tempi. O come ci ricordano i poeti: “Come barca in rada / vele afflosciate / annuso il vento / E urlo, ai compagni a riva, / soci di sconfinamento, / il sogno dell’azzardo” (A. Casati).
Così ci sarà dato di stupirci ancora del fatto che poi non dobbiamo inventare proprio niente, ma solo riconoscere che ancora lo Spirito c’è e opera prima di noi, meglio di noi, più di noi. Come diceva il card. Martini: “una delle tentazioni più sottili e perfide del Maligno è farci dimenticare la presenza dello Spirito, facendoci cadere nella tristezza come se Dio ci avesse abbandonato in un mondo cattivo, con il quale lottiamo ad armi impari, perché l’indifferenza, l’egoismo e la dimenticanza di Dio hanno il sopravvento”. Forti dello Spirito, noi caparbiamente continueremo a ritenere che il bene è più forte del male e la speranza più grande della disperazione e continueremo a dissotterrare lo Spirito dai cuori più provati e affranti, sicuri del fatto che del tuo spirito, Signore, è piena la terra!
don Walter Magni