V DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Anno A – Rito Ambrosiano – 2 Luglio 2023
Cercate sempre il volto del Signore
Luca 9,57-62 – In quel tempo. 57Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Fratelli, sorelle,
seguire Gesù non è scontato (V domenica dopo Pentecoste, 2 luglio 2023). All’entusiasmo iniziale potrebbe subito seguire qualche paura e incertezza. Un proverbio milanese dice: “var pussee on andà, che cent andemm” (vale più decidere di andare, che continuare a dire: adesso vado…). E anche l’andare per andare, senza méta, vagando è improduttivo. È importante avere una direzione: “anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza” (Seneca).
Verso te stesso, cercando il suo volto
Abramo ci introduce in questa prospettiva, quando un giorno si sente dire dal Signore: “‘Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso al terra che io ti indicherò’” e la Genesi precisa: “allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore”. Per la Bibbia il vero credente non si definisce dall’osservanza dei riti.
Chi come Abramo accetta di entrare in relazione con il Signore diventa anzitutto un vero viandante, che s’incammina (homo viator) perché sta cercando il volto di Colui che l’ha chiamato. Come se la sua esistenza fosse tutta raccolta in quell’imperativo che il Signore gli ha regalato, segnandolo per sempre: “lekh lekhà”: Va’! Vattene! Vattene per conto tuo. E, per essere più precisi, vattene significa propriamente: “va’ verso te stesso!”.
Cioè: se andando cerchi il mio volto, lo ritroverai scavando dentro di te, andando al cuore, alla radice della tua esistenza. Perché non stai certo andando verso qualcosa, ma stai cercando colui del quale ti sei innamorato follemente e se mai pensi d’avermi trovato, ecco che mi cerchi ancora! Come commentava un rabbino: “mentre tutto il mondo andava da una parte, Abramo andava dall’altra” (Rabbi Jehudah). Per quanto cerchiamo di divertirci, di staccare dal trantran quotidiano, di perderci via, divertendoci, distraendoci andando chissà dove, il vero viaggio è solo quello che compiamo in noi stessi alla ricerca delle nostre radici. Proprio di quel volto che ci ha pensati e amati da sempre. “Dovunque vada è sempre la propria anima che sta cercando” (Andrej Tarkowski).
“Mentre camminavano per la strada…”
E chissà perché anche Gesù amava camminare tanto. Che anche Lui stesse cercando il volto misericordioso del Padre Suo? Il volto stesso del Suo principio, la Sua radice? E proprio il Vangelo odierno ci dice che camminava accompagnato: “mentre camminavano per la strada”. E così avviene che l’andare di Gesù s’intreccia con il cammino di tanti viandanti, tanto che i loro cuori si riconoscono e in quell’intreccio si alimenta la speranza. O tu viandante sincero, cercatore del volto di Dio, lasciati incontrare e sorprendere da Gesù. Perché è come se in Lui s’incontrassero gli uomini sul lungo cammino che Dio ha fatto per raggiungerli e s’incrociassero le molte strade, spesso complicate dalla storia, che gli uomini hanno da sempre intrapreso per riuscire a vedere Dio. Gesù, icona definitiva dell’amicizia tra il Padre Abramo e il Padre Suo, Signore del cielo e della terra. Se davvero cerchi con sincerità il volto di Dio che pienamente in Gesù si è rivelato, allora cercalo sulle strade degli uomini. Le strade più diverse, anche le strade più impervie e inaffidabili.
Lì Gesù c’è e ti sta aspettando. Come fosse preso da sempre da un amore appassionato, perché “il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Lc 9,58). “Quando il tuo battello, ancorato da troppo tempo nel porto, ti lascerà l’impressione ingannatrice che sia una casa; quando il tuo battello comincerà a mettere radici nell’immobilità del molo, prendi il largo. È necessario salvare a qualunque prezzo l’anima viaggiatrice del tuo battello e la tua anima di pellegrino” (Dom Hélder Câmara)
Seguimi sempre, seguimi ancora. Don Andrea Gallo, uomo delle strade della periferia di Genova scriveva che “il Vangelo respira solo sulle strade”. E stando al Vangelo, Gesù incontra personaggi che con le loro domande e dichiarazioni sembrano dire bene anche le nostre. C’è anzitutto chi si dichiara in modo ingenuo e appassionato: “Ti seguirò ovunque tu vada”. Chi pure Lo vorrebbe seguire ponendo però delle condizioni: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”. Ad alcuni poi è Gesù che osa qualche proposta, dicendogli in modo imperativo: “Seguimi”.
Questo più che il momento del discernimento è piuttosto l’occasione per alimentare il gusto della strada. Perché uno, com’è davvero lo conosci sulla strada. E “Lui camminava su sabbie di strada, ai suoi piedi non rosso di tappeti in attesa, né la vita imprigionata nell’immobilità delle cerimonie, ma la vita, con l’odore della vita” (A. Casati).
E, lungo le nostre strade, Gesù ci raggiunge e ci provoca sempre se Lo lasciamo fare. Importa accorgersi e non perderLo di vista, sino al momento della proposta ultima, definitiva nella quale solo se ci compromettiamo si comincia a capire. “Se, infatti, t’incammini per la Sua strada, sappi che “Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro (…) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono ‘perduto’, lì egli dice ‘salvato’; dove gli uomini dicono ‘no’, lì egli dice ‘sì’” (D. Bonhoeffer).
don Walter Magni