VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Anno C – Rito Ambrosiano – 24 luglio 2022
Serviremo per sempre il Signore, nostro Dio
VANGELO secondo Giovanni 6,59-69 – In quel tempo. Il Signore Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio».
Fratelli, sorelle,
credere significa scegliere, prendere una posizione. Così come Giosuè aveva chiesto a Sichem al popolo d’Israele: decidere se stare con gli idoli degli Amorrei, oppure dalla parte del Dio di Abramo che li aveva liberati dalla schiavitù dell’Egitto. Anche Gesù, nel vangelo di oggi (VII domenica dopo Pentecoste, 24 luglio 2022) provoca in questo senso i Suoi dicendo: “Volete andarvene anche voi?”.
“Questa parola è dura, chi può ascoltarla?”
Gesù S’era trovato in mezzo ad una discussione con alcuni Giudei, mentre la gente Lo stava cercando per mero interesse. Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù poteva essere una risorsa utile per l’approvvigionamento del popolo. Gesù pertanto, trovandoSi nella sinagoga di Cafarnao, decide di andare semplicemente all’essenziale. Soprattutto guardando in faccia i Suoi, non riusciva a sopportare che potessero cadere nell’illusione a Suo riguardo e nei confronti del Suo messaggio. Non era più il momento per proclamare programmi o idee forti, ma una Parola chiara, capace di tradurre con linguaggio sin troppo realistico, lo stile di chi si abbandona alla volontà di Dio, per amore, per amore soltanto. Aveva, infatti, appena finito di dire: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (6,54-56). “L’idea esige dei fanatici, che non conoscono e non badano ad alcuna resistenza. L’idea è forte. La parola di Dio invece è così debole da lasciarsi disprezzare e respingere dagli uomini” (D. Bonhoeffer, Sequela). Per questo “molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: ‘Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?’”. E nonostante il tentativo di Gesù di arginare la situazione chiarendo il Suo pensiero, di fatto: “da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui”. E non si dice: alcuni, ma che “molti” che decidono di andarsene!
“Forse anche voi volete andarvene?”.
Gesù, infatti, non si adatterà mai alle nostre incertezze, e con i Suoi che Lo stavano lasciando non ammorbidisce il discorso: “per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Come preso da un rinnovato coraggio, anche ai Dodici ch’era rimasti domanda senza esitazione: “‘Volete andarvene anche voi?’”. Come dicesse: queste sono le mie condizioni; se non ve la sentite potete andarvene anche voi! Davanti ad una domanda simile s’era pure trovato il popolo di Israele a Sichem, quando Giosuè aveva chiesto di scegliere da che parte volevano stare; e tutti all’unanimità rispondono: “Noi serviremo il Signore”.
Lo stesso Gesù del resto, se stiamo all’episodio delle tentazioni, aveva dovuto scegliere da che parte stare, cercando di essere chiaro anzitutto con Sé stesso a riguardo della volontà del Padre Suo. Incoraggiante diventa pertanto la risposta di Simon Pietro, che a nome di coloro ch’erano rimasti dice: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Perché la nostra fede, che si sforza di guardare anzitutto a Gesù, non è predefinita, ma è frutto di una relazione che ci precede e continuamente ci interpella, sapendone riconoscere di volta in volta il valore. “La grazia a buon mercato è grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato. Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va a vendere con gioia tutto ciò che aveva; la pietra preziosa, per il cui valore il mercante dà tutti i suoi beni; la signoria regale di Cristo” (D. Bonhoeffer, Sequela).
“Solo tu hai parola di vita eterna”
E come Signore che, dopo che per anni due persone che si sono amate e tra loro sono passate parole intense, promesse impegnative, capita all’improvviso un distacco, una rottura? Quante volte, stando nelle nostre chiese, partecipando all’Eucaristia, come Simon Pietro, abbiamo Ti abbiamo detto: “Tu solo hai parole di vita eterna”? Ti voglio bene, cosa mai potrei combinare senza di Te? E poi, quasi senza rendercene conto, terminati tanti discorsi e consumate tutte quelle promesse cariche di affetto, ci permettiamo di percorrere altri sentieri, che più facilmente ci incantano. Ed è come se Gesù, l’amico che non ci abbandona, già lo sapesse. Perché Tu sai come siamo fatti, di quali contorcimenti siamo capaci, pur di giustificarci tenendo il piede in due scarpe.
Certo, non basta che semplicemente Gli regaliamo delle parole, perchè già sappiamo che solo Le Sue hanno il sapore di una vita senza fine, senza alcun limite che tenga. Solo le Sue sono parole di vita eterna. Parole che con la loro forza e schiettezza, ancora ci spronano a credere oltre le nostre possibilità e i nostri limiti. Gesù del resto ci ha mai chiesto chissà quale eroismo, neppure lo sforzo sovrumano di riuscire ad imitarLo: solo di seguirLo! Dichiarando, con la sola presenza, il coraggio di restare, di restarGli accanto: Anche nelle situazioni nelle quali l’abbandono dei più si evidenzia e persino la consolazione del Padre sembrerebbe assente: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me” (Mt 26,38). Sino a dare la vita per Lui, senza più calcoli e reticenze: con Lui per sempre, perdutamente!
don Walter Magni