Queste vicende di guerra sono molto importanti non tanto come memorie di scontri e di vittorie, quanto perché ci rivelano il mistero della storia della salvezza, come presenza e intervento di Dio nella storia dell’umanità.
La piccolezza e la fragilità del Popolo di Dio sono l’orizzonte nel quale si manifesta e si rivela la potenza del Signore.
Le parole di Giuda ai vers.8-11 sono di grande importanza perché mettono in evidenza il ”segreto” della storia come “storia della salvezza”! Da una parte Israele vive la storia di tutti, le sue violenze, le sue ingiustizie, la prepotenza dei forti …, ma dall’altra scopre, rivela e dona alla storia umana questa “storia della salvezza”, che è rivelazione di Dio e della sua “Alleanza” con il piccolo Popolo di Israele, che è segno e profezia dei piccoli e dei poveri che Dio elegge nella sua Alleanza d’Amore con loro!
L’esercito pagano, di gran lunga più forte del Popolo del Signore, deve contare su se stesso e sulla sua potenza, mentre Israele può e deve far conto dell’Alleanza d’Amore che lo unisce al suo Signore!
La preghiera dei vers.30-33 è la supplica e la lode che nasce dalla fede, e che dà la vera finalità della storia del popolo del Signore!
Non certo una potenza mondana, ma la sua comunione con il Signore della salvezza e della pace!
Per questo è di alto significato l’ultima parte del nostro testo, i vers.36-61, dove la ricostruzione del tempio e del culto che in esso viene celebrato proclama meravigliosamente il mistero della storia come comunione d’amore tra il piccolo Popolo del Signore e Dio che lo salva e lo chiama a Sé! Tutto dunque tende e aspira a tale comunione d’amore!
La “battaglia” della storia e della vita di ciascuno e di tutti non è certo il potere mondano!
Vi pongo un ultimo quesito! Non sarebbe meglio che non ci fosse nessuna “battaglia”? No! Perché senza questa “battaglia” ( che non si deve combattere con le armi della guerra ma con quelle dell’amore) non conosceremmo appunto la salvezza, come il mistero dell’Amore che ci salva!
E dunque non saremmo partecipi di questa “storia dell’amore” che incessantemente ricostruisce il grande “Tempio” dell’Amore, dove siamo chiamati a celebrare e a vivere la comunione con Lui e tra tutti noi!
Questa tempio da ricostruire, immagine della Croce e della Risurrezione, è meravigliosa profezia della Pasqua del Signore Gesù! E’ Lui il “tempio” nel quale sono chiamate a radunarsi tutte le genti, per celebrare la pienezza della comunione d’amore con Dio e tra tutte loro.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
1 MACCABEI – 4
1 Gorgia prese allora cinquemila fanti e mille cavalieri scelti, e il campo si levò di notte 2 per sorprendere il campo dei Giudei e sconfiggerli all’improvviso; gli uomini della Cittadella gli facevano da guida. 3 Ma Giuda lo venne a sapere e mosse anche lui con i suoi valorosi per sconfiggere le forze del re che sostavano a Èmmaus, 4 mentre i soldati erano ancora dispersi fuori del campo. 5 Gorgia giunse al campo di Giuda di notte e non vi trovò nessuno; li andava cercando sui monti dicendo: «Costoro fuggono davanti a noi». 6 Fattosi giorno, Giuda apparve nella pianura con tremila uomini; non avevano però né corazze né spade, come avrebbero voluto. 7 Videro l’accampamento dei pagani difeso e fortificato, con la cavalleria disposta intorno, tutti esperti nella guerra. 8 Ma Giuda disse ai suoi uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti; 9 ricordate come i nostri padri furono salvati nel Mar Rosso, quando il faraone li inseguiva con l’esercito. 10 Alziamo la nostra voce al Cielo, perché ci usi benevolenza e si ricordi dell’alleanza con i nostri padri e voglia abbattere questo schieramento davanti a noi oggi. 11 Allora tutte le nazioni sapranno che c’è chi riscatta e salva Israele». 12 Gli stranieri alzarono gli occhi e li videro venire loro incontro; 13 perciò uscirono dagli accampamenti per dare battaglia. Gli uomini di Giuda diedero fiato alle trombe 14 e attaccarono. I pagani furono sconfitti e fuggirono verso la pianura, 15 ma quelli che erano più indietro caddero tutti uccisi di spada. Li inseguirono fino a Ghezer e fino alle pianure dell’Idumea, di Azoto e di Iàmnia; ne caddero circa tremila. 16 Quando Giuda e i suoi armati tornarono dal loro inseguimento, 17 egli disse alla sua gente: «Non siate avidi delle spoglie, perché ci attende ancora la battaglia. 18 Gorgia e il suo esercito sono sul monte vicino a noi. Ora voi state pronti a opporvi ai nemici e combattete contro di loro; poi farete tranquillamente bottino». 19 Mentre Giuda ancora parlava, apparve un reparto che spiando dal monte 20 vide che i loro erano stati messi in fuga e gli altri incendiavano il campo: il fumo che si scorgeva segnalava l’accaduto. 21 A quello spettacolo si sgomentarono grandemente; vedendo inoltre giù nella pianura lo schieramento di Giuda pronto all’attacco, 22 fuggirono tutti nel territorio dei Filistei. 23 Allora Giuda ritornò a depredare il campo e raccolsero oro e argento in quantità e stoffe tinte di porpora viola e porpora marina e grandi ricchezze. 24 Di ritorno cantavano e benedicevano il Cielo perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 25 Fu quello un giorno di grande liberazione per Israele. 26 Quanti degli stranieri erano scampati, presentandosi a Lisia, gli narrarono tutto quello che era accaduto. 27 Sentendo ciò, egli fu preso da turbamento e scoraggiamento, perché le cose in Israele non erano andate come egli voleva e l’esito non era stato conforme a quanto il re aveva comandato.
28 Perciò l’anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e cinquemila cavalieri per combattere contro di loro. 29 Vennero nell’Idumea e si accamparono a Bet-Sur. Giuda mosse contro di loro con diecimila uomini. 30 Quando vide l’imponente accampamento, innalzò questa preghiera: «Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito dei Filistei nelle mani di Giònata, figlio di Saul, e del suo scudiero; 31 nello stesso modo fa’ cadere questo esercito nelle mani d’Israele, tuo popolo, e così siano svergognati nel loro esercito e nella loro cavalleria. 32 Infondi in loro timore e spezza l’audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. 33 Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che riconoscono il tuo nome». 34 Poi sferrarono l’attacco da una parte e dall’altra, e caddero davanti ai Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. 35 Vedendo Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre nelle schiere di Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a morire gloriosamente, se ne tornò in Antiòchia dove assoldò mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea.
36 Giuda intanto e i suoi fratelli dissero: «Ecco, sono stati sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario e a riconsacrarlo». 37 Così si radunò tutto l’esercito e salirono al monte Sion. 38 Trovarono il santuario desolato, l’altare profanato, le porte arse e cresciute le erbe nei cortili, come in un luogo selvatico o montuoso, e le celle sacre in rovina. 39 Allora si stracciarono le vesti, fecero grande lamento, si cosparsero di cenere, 40 si prostrarono con la faccia a terra, fecero dare i segnali con le trombe e alzarono grida al Cielo. 41 Giuda ordinò ai suoi uomini di tenere impegnati quelli della Cittadella, finché non avesse purificato il santuario. 42 Poi scelse sacerdoti senza macchia, osservanti della legge, 43 che purificarono il santuario e portarono le pietre profanate in luogo immondo. 44 Tennero consiglio per decidere che cosa fare circa l’altare degli olocausti, che era stato profanato. 45 Vennero nella felice determinazione di demolirlo, perché non fosse loro di vergogna, essendo stato profanato dai pagani. Demolirono dunque l’altare 46 e riposero le pietre sul monte del tempio in luogo conveniente, finché fosse comparso un profeta a decidere di esse. 47 Poi presero pietre grezze, secondo la legge, ed edificarono un altare nuovo, come quello di prima. 48 Restaurarono il santuario e consacrarono l’interno del tempio e i cortili; 49 rifecero gli arredi sacri e collocarono il candelabro e l’altare degli incensi e la tavola nel tempio. 50 Poi bruciarono incenso sull’altare e accesero sul candelabro le lampade che splendettero nel tempio. 51 Posero ancora i pani sulla tavola e stesero le cortine. Così portarono a termine tutte le opere intraprese. 52 Si radunarono il mattino del venticinque del nono mese, cioè il mese di Chisleu, nell’anno centoquarantotto, 53 e offrirono il sacrificio secondo la legge sul nuovo altare degli olocausti che avevano costruito. 54 Nella stessa stagione e nello stesso giorno in cui l’avevano profanato i pagani, fu riconsacrato fra canti e suoni di cetre e arpe e cimbali. 55 Tutto il popolo si prostrò con la faccia a terra, e adorarono e benedissero il Cielo che era stato loro propizio. 56 Celebrarono la dedicazione dell’altare per otto giorni e offrirono olocausti con gioia e sacrificarono vittime di ringraziamento e di lode. 57 Poi ornarono la facciata del tempio con corone d’oro e piccoli scudi. Rifecero i portoni e le celle sacre, munendole di porte. 58 Grandissima fu la gioia del popolo, perché era stata cancellata l’onta dei pagani. 59 Giuda, i suoi fratelli e tutta l’assemblea d’Israele, poi, stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell’altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Chisleu, con gioia ed esultanza. 60 In quel tempo edificarono pure, intorno al monte Sion, mura alte e torri solide, perché i pagani non tornassero a calpestarlo come avevano fatto prima. 61 Vi stabilì un contingente per presidiarlo e fortificò Bet-Sur, perché il popolo avesse una difesa contro l’Idumea.