Commento a 1 Maccabei 8, 1 – don Giovanni Nicolini

C

Carissime e carissimi, spero non siate troppo scandalizzati del mio silenzio! Provo a darvene una ragione! Innanzi tutto, sono “sommerso” dalla quotidiana lunghezza dei testi! Per cui, se ogni giorno trovo anche tesori preziosi in questa Parola, non mi è facile comunicare i pensieri che ne nascono appunto perché io per primo “mi perdo” nella estensione del brano quotidiano.

Così mi lascio vincere dalla tentazione del  silenzio nei vostri confronti! Se su questo mi poteste dare qualche consigli, ve ne sarei grato! In ogni modo ho pensato di tentare una ripresa della nostra corrispondenza, magari mandandovi qualche riflessione al termine di ogni capitolo. Mi pare di essermi fermato alla fine del cap.7.

Il cap.8 ci è sembrato una sosta nella faticosa storia del Popolo, ma anche una forma di “compromesso” con i poteri mondani che non rispecchia la dimensione reale e profonda della fede di Israele. Per ora mi fermo perché tra poco celebriamo il Vespro e la Messa. Spero di poter domani riprendere la nostra corrispondenza. Ancora scusatemi e abbiate compassione dei miei limiti. Con grande affetto. Dio vi benedica. E voi beneditemi. Vostro. Giovanni.

1 MACCABEI – 8, 1

1 Mac 8,1 Giuda venne a conoscere la fama dei Romani: che essi erano molto potenti e favorivano tutti quelli che simpatizzavano per loro e accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro e che erano forti e potenti. 2 Gli furono narrate le loro guerre e le loro imprese gloriose compiute tra i Galli e come li avessero vinti e resi tributari; 3 quanto avevano compiuto nella Spagna per impadronirsi delle miniere d’oro e d’argento che vi sono, 4 e come avevano sottomesso tutta la regione con la loro saggezza e costanza, benché il paese fosse assai lontano da loro. Avevano vinto i re che erano venuti contro di loro dall’estremità della terra: li avevano sconfitti e avevano inflitto loro gravi colpi, mentre gli altri pagavano loro il tributo ogni anno. 5 Avevano poi sconfitto in guerra e sottomesso Filippo e Perseo, re dei Chittìm, e quanti si erano sollevati contro di loro. 6 Antioco, il grande re dell’Asia, era sceso in guerra contro di loro con centoventi elefanti, cavalleria, carri e un esercito immenso, ma era stato sconfitto da loro, 7 lo avevano preso vivo e gli avevano imposto di pagare, lui e i suoi successori, un tributo ingente, di dare ostaggi e cedere 8 la regione dell’India, la Media, la Lidia, tra le migliori loro province; ed essi, dopo averle tolte a lui, le avevano consegnate al re Eumene. 9 I Greci avevano deciso di affrontarli e distruggerli, 10 ma la cosa era stata da loro risaputa, e avevano mandato contro di loro un solo generale, erano venuti a battaglia con loro e molti caddero uccisi; avevano condotto in schiavitù le loro mogli e i loro figli e avevano saccheggiato i loro beni, avevano conquistato il paese, avevano abbattuto le loro fortezze e li avevano resi soggetti fino ad oggi. 11 Avevano distrutto e soggiogato gli altri regni e le isole e quanti per avventura si erano opposti a loro. Con i loro amici invece e con quanti si appoggiavano a loro avevano mantenuto amicizia. 12 Avevano assoggettato i re vicini e quelli lontani, e quanti sentivano il loro nome ne avevano timore. 13 Quelli che essi vogliono aiutare e far regnare, regnano; quelli che essi vogliono, li depongono, tanto si sono levati in alto. 14 Con tutti questi successi nessuno di loro si è imposto il diadema né si è rivestito di porpora per fregiarsene. 15 Essi hanno costituito un consiglio e ogni giorno trecentoventi consiglieri si consultano continuamente riguardo al popolo, perché sia ben governato. 16 Affidano il comando e il governo di tutti i loro domìni a uno di loro per un anno e tutti obbediscono a quello solo e non c’è in loro invidia né gelosia. 17 Giuda pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di Acco, e Giasone, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a stringere amicizia e alleanza, 18 per liberarsi dal giogo, perché vedevano che il regno dei Greci riduceva Israele in schiavitù. 19 Andarono fino a Roma con viaggio lunghissimo, entrarono nel Senato e incominciarono a dire: 20 «Giuda, chiamato anche Maccabeo, e i suoi fratelli e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a voi, per concludere con voi alleanza e pace e per essere iscritti tra i vostri alleati e amici». 21 Piacque loro la proposta. 22 Questa è la copia della lettera che trascrissero su tavolette di bronzo e inviarono a Gerusalemme, perché vi rimanesse come documento di pace e alleanza per i Giudei: 23 «Ai Romani e alla nazione dei Giudei, prosperità per mare e per terra, sempre! Lontano da loro la spada nemica! 24 Se verrà mossa guerra, contro Roma anzitutto, o contro uno qualsiasi dei suoi alleati in tutto il suo dominio, 25 la nazione dei Giudei combatterà al loro fianco con piena lealtà, come permetteranno loro le circostanze; 26 ai nemici non forniranno né procureranno grano, armi, denaro, navi, secondo quanto ha stabilito Roma, e osserveranno i loro impegni senza compenso. 27 Allo stesso modo, se capiterà prima una guerra alla nazione dei Giudei, combatteranno con loro i Romani con tutto l’animo, come permetteranno loro le circostanze; 28 ai nemici non forniranno grano, armi, denaro, navi, secondo quanto ha stabilito Roma, e osserveranno questi impegni senza inganno. 29 In questi termini i Romani hanno stabilito un’alleanza con il popolo dei Giudei. 30 Se dopo queste decisioni vorranno gli uni o gli altri aggiungere o togliere qualche cosa, lo faranno di comune accordo e quanto avranno aggiunto o tolto sarà vincolante. 31 Riguardo poi ai mali che il re Demetrio compie ai loro danni, gli abbiamo scritto: “Perché aggravi il giogo sui Giudei, nostri amici e alleati? 32 Se dunque si appelleranno contro di te, difenderemo i loro diritti e ti faremo guerra per mare e per terra”».

 

Commenti

dieci + 20 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.