“Aveva agito con scaltrezza”
L’amministratore disonesto viene lodato per la sua scaltrezza, non per la sua disonestà. Dinanzi alla perentoria e imminente comunicazione di perdere il lavoro, l’amministratore giunge alla conclusione che sarebbe stato difficile reinventarsi, trovare impiego in altri settori, perché gli mancavano le competenze e per limiti caratteriali.
L’unico modo che riesce a pensare per poter sopravvivere, è di trattare con i clienti del suo padrone, per renderseli riconoscenti. Avvantaggiandoli nel presente, riesce dunque a carpire la loro gratitudine, per trarne un vantaggio personale in seguito.
È lodevole il suo modo di agire immediato, rapido ed efficace, perché riesce a trovare una via d’azione diversa da quelle percorribili. A volte nel compiere il bene non si ha la stessa scaltrezza, tutt’altro. Ci si ferma dinanzi agli impedimenti, alle circostanze non favorevoli, o ci si lascia limitare dalla propria volontà e dal proprio carattere.
La necessità di garantirsi un futuro ha spinto l’amministratore ad essere scaltro. Il desiderio di compiere il bene dovrebbe spingerci a fare altrettanto e a pensare le alternative (etiche) possibili, per non desistere dinanzi alle prime difficoltà o a causa dei nostri limiti.
I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Parola del Signore.
Fonte: il canale Telegram di don Vincenzo Marinelli
V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO di San GIOVANNI IL PRECURSORE 28 Settembre 2025 Anno C…
DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE 24 Agosto 2025 Anno C…
IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE 10 Agosto 2025 Anno C - Rito Ambrosiano La tua mano,…
VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE 20 Luglio 2025 Anno C - Rito Ambrosiano Ascoltate oggi la…
IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE 6 Luglio 2025 Anno C - Rito Ambrosiano Sacrificio gradito al…
III DOMENICA DOPO PENTECOSTE 29 Giugno 2025 Anno C - Rito Ambrosiano Il Signore è…
This website uses cookies.